Si avvicina il taglio del nastro di Marmomac dove verrà presentato il software del robot sbozzatore nato dall’idea di due carraresi. Le 94 aziende Apuane del lapideo si preparano così alla kermesse di Verona dedicata al marmo che, da martedì 26 fino al 29, vedrà più di 80mila metri quadrati di spazio espositivo. Le nostre eccellenze emigreranno all’evento per affascinare la clientela che arriverà da tutto il mondo per osservare come il marmo possa essere utilizzato non solo per fare pavimenti o decorare stanze ma anche diventare un oggetto di design e strizzare l’occhio alla tecnologia. Proprio quando si parla di tecnologia entra in gioco l’azienda Robotor figlia dell’esperienza di due soci, Giacomo Massari e Filippo Tincolini (nella foto), specializzata nell’integrazione di robot industriali multi-asse per la fresatura della pietra.
I due ideatori sono i padri fondatori nel 2004 del laboratorio d’arte Torart che si occupa di scultura, design e conservazione e lavora a stretto contatto con architetti, designer, artisti, musei e aziende, per la riproduzione di opere d’arte del passato. Così in occasione della fiera nel veronese l’azienda insieme all’artista romano Quayola proporrà, mercoledì 27 nello scenario di Palazzo Verità Poeta dalle 18, una video installazione con party annesso per presentare il software Or-Os di auto programmazione per la fresatura che facilità l’utilizzo del robot, anche per lavori complessi.
"Il robot si introduce così nel tradizionale processo di realizzazione di un’opera d’arte sostituendo il lavoro usurante degli sbozzatori che hanno sempre avuto il compito di prendere il blocco di pietra per far emergere l’opera pensata dall’artista - spiegano gli ideatori Massari e Tincolini -. In fase di finitura l’artista interviene direttamente, o dando precise indicazioni a artigiani specializzati. Ma il robot non si sostituirà mai all’artista: non è un creativo ma un mero esecutore". C’è dunque da stare tranquilli dato che la creatività appartiene solo all’umano ma il guadagno è sul tempo perché "un’opera realizzata col robot impegna mediamente un decimo del tempo necessario con tecniche tradizionali, al netto della finitura manuale" proseguono poi i due imprenditori.
Diversi gli artisti che proprio per le tempistiche e la qualità del prodotto si sono rivolti a Torart e Robotor come: Jeff Koons, Barry x Ball, Francesco Vezzoli, Vanessa Beecroft, Giuseppe Penone, Zaha Hadid, Maurizio Cattelan, Fondazione Bisazza, Zachary Eastwood-Bloom, Amanda Levete, Venini, Emmanuel Babbled con opere che hanno avuto un eco sui media di tutto il mondo. Risale al 2016, la riproduzione in scala dell’Arco Monumentale di Palmira distrutto dall’Isis a fine del 2015, quale simbolo della rinascita dopo la guerra.
Dal 2022 invece, l’azienda e il laboratorio sono coinvolti nella soluzione di una delle controversie culturali che infuria da oltre un secolo. Si tratta delle sculture e dei bassorilievi del Partenone, portati in Inghilterra nei primi anni del 1800. La Grecia ne rivendica la proprietà, l’Inghilterra risponde che sono stati legittimamente acquistati. "In attesa di una soluzione si è deciso di iniziare a realizzare delle repliche - concludono i titolari - che consentiranno di moltiplicare la possibilità di fruizione di un patrimonio artistico risalente al 447 a.C". Un’eccellenza dunque che approda a Verona, nella più importante fiera dedicata al marmo.