CRISTINA LORENZI
Cronaca

"La fiera muore: vergognatevi tutti"

I dipendenti della Imm in un corteo di protesta puntano il dito sulle istituzioni, sulla politica e sul mondo del marmo.

di Cristina Lorenzi

"Vergognatevi tutti". Puntano l’indice contro tutti i dipendenti della Marmi macchine che con la crisi della fiera rischiano il posto di lavoro. Ventisei persone che possono rimanere senza stipendio fin dalla prossima settimana quando l’assemblea dei soci dovrà decidere il futuro della fiera. Gia il presidente Fabio Felici in un duro j’accuse aveva anticipato che senza 3 milioni di euro si potrà cominciare a intonare il de profundis. Così ieri i lavoratori hanno organizzato un corteo di protesta allo Stadio ricordando le responsabilità di un intero territorio che la asciato morire la fiera più importante della Toscana.

"Imm muore – dicono i dipendenti –: la sconfittta è di tutti. Dei dipendenti che perdono il posto di lavoro dopo aver evidenziato per anni alla dirigenza le forti criticità rispetto a molte delle scelte fatte. Quelli che si sono esposti maggiormente sono stati demansionati e mobbizzati. SI tratta di una sconfitta per il territorio, che senza le fiere perderà sempre più visibilità e occasioni di positive ricadute economiche offerte dalla presenza di espositori e visitatori. Per i fornitori, che non vedono un euro dal 2019. Per la politica tutta, che si è dimostrata incapace di scegliere amministratori e dirigenti degni di questo nome".

"Ricordiamo – si legge in un volantino – che i maggiori soci di Imm sono il Comune di Carrara, con il 40,82% delle azioni e la Regione Toscana col 36,40%. La sconfitta è anche per il settore marmo nel suo complesso, perché troppi hanno perso a beneficio di pochi. Vogliamo sapere e vorremmo che anche la cittadinanza chiedesse: quali risultati ha prodotto il management attuale? A tutt’oggi non si conosce il bilancio 2019. A quanto ammontano le perdite della Società e come ci si è arrivati? Dov’erano tutti quelli che dovevano vigilare, cda, Comune, Regione e perché non l’hanno fatto, accontentandosi di credere sulla parola ai fantasiosi progetti e ai mai realizzati “Piani di rilancio” della Società".