La barca a vela vista con gli occhi dei ragazzi autistici. Un progetto per imparare ad acquisire nuove abilità e superare i problemi in gruppo. E così ieri pomeriggio al club Nautico gli otto tra ragazzi e ragazze del progetto ‘Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Dalle mani di Mario Telara attrezzista e Maestro’ sponsorizzato dalla Fondazione CrC’, hanno sperimentato in prima persona l’emozione di salire su una barca a vela, la Bavaria 46 Crusiser della ‘Fantiscritti Vela’, la cooperativa sociale di comunità che opera nel campo sociale. Ad affiancare i ragazzi di ‘Un sabato da Leoni’, così si chiama il gruppo di lavoro dei ragazzi con problemi autistici che in questo caso diventa ‘Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare’, c’erano gli operatori e gli educatori della ‘Fantiscritti Vela’ dell’associazione ‘Autismo Apuania’, dell’associazione ‘La Gardenia’ di ‘Massa solidale’ e cinque studenti del corso piloti del Nautico Fiorillo di Marina di Carrara, partner del progetto grazie ad un accordo di ex alternanza lavoro. L’esperienza di ieri è iniziata con un laboratorio di disegno dove i ragazzi hanno espresso attraverso forme e colori il loro concetto di barca a vela, a seguire è stata fatta una simulazione dei passaggi necessari per salire a bordo di un’imbarcazione, un momento fondamentale dal momento che fingere una situazione per chi soffre di disturbi persuasivi dello sviluppo è un grande scoglio, poi la camminata lungo i portili del club Nautico e infine il salire realmente sopra l’imbarcazione. Tanta l’emozione dei ragazzi nel percorrere questo cammino, che è proceduto alla grande grazie al supporto dei loro operatori. E poi una bella merenda per tutti. I dettagli del progetto nelle parole di Roberto Marrai, presidente dell’associazione ‘Autismo Apuania’: "Al progetto stiamo lavorando da più di un anno, realizzato grazie alla Fondazione Marmo onlus. Il progetto nasce come un ‘Sabato da leoni’ e porta in giro i nostri giovani e adulti. In questo modo hanno un contatto con il mondo esterno e la possibilità di stare in mezzo alle persone, e al contempo le persone hanno l’occasione di prepararsi alla loro presenza facendola diventare normale. Ma con queste uscite i ragazzi acquisiscono l’autonomia di comprare un biglietto del treno o dell’autobus per esempio. Con il progetto della barca a vela vanno oltre apprendendo ulteriori abilità e soprattutto con un approccio da adulti". "In questo modo vivono nuove avventure – spiega Gaia Bernardeschi coordinatrice del progetto per La Gardenia – perché loro non sono mai stati su una barca a vela". "Siamo partiti con il laboratorio a terra per far capire loro cosa è una barca a vela e che termini si usano. La simulazione di salire a bordo è fondamentale perché i ragazzi non sono abituati a fare le cose per gioco", conclude Francesca Mazzi terapista occupazione dell’associazione ‘Autismo Apuania’. Al progetto anche l’associazione ‘Mario Telara Vela’ e ‘Fortepiano’.
Alessandra Poggi