Quella volta che si finse impiccato a una finestra del Convitto Vittorino Da Feltre, le donne di Carrara che lo vedevano da sotto, dalla strada, si misero a gridare "O Dio me… i’ è mort, i’è mort". "Quando vidi che la situazione si caricava troppo mi tolsi il cappio, indossai una cappa bianca e diedi la benedizione. Si era generato un allarme pubblico non indifferente" racconta divertito Andrea Baldini, avvocato, autore insieme a Pierangelo Coltelli, dirigente scolastico, di ’Lo spirito della goliardia. Sul treno, per strada e in Convitto tra burle, imitazioni e provocazioni’ (Edizioni Il Porticciolo), che sarà presentato oggi alle 17:30 a Palazzo Binelli (quindi a poca distanza dal Convitto in questione).
Il libro è un’autentica cavalcata fra le burle, gli scherzi e le avventure di un gruppetto di studenti parecchio fantasiosi e peperini. L’anno era il 1965-‘66, e i nostri erano studenti del Liceo classico Repetti, in trasferta da Pontremoli, quindi ospiti in città del Convitto. "In quegli anni a Carrara c’era un istituto chimico di rilevanza nazionale, perciò in collegio c’erano tanti ragazzi di fuori e un grande clima goliardico" dice ancora Baldini.
E proprio sul treno che da Pontremoli portava alla stazione di Carrara Avenza, la domenica sera, si svolgeva un altro dei loro terribili scherzi: "Mi fingevo ritardato - continua Baldini - apparivo sulla porta e qualcuno mi faceva sedere, al che io cominciavo a guardare e toccare i vari oggetti, bottoni, borse, finché puntavo il freno d’allarme e tutti in carrozza mi dicevano "No quello non si tocca" ma io con uno scatto felino lo raggiungevo e la gente mi fermava con una camicia di forza di braccia. Poi sopraggiungeva Coltelli dicendo ’È mio fratello’, e tutti se la prendevano con lui".
Certo che scherzi cattivelli, suggeriamo. "Erano altri tempi, la gente era molto disponibile a ridere, c’era bonomia. Oggi non c’è più quello spirito, si creerebbero sicuramente problemi". In luogo di una normale presentazione, giovedì ci sarà una rappresentazione degli scherzi più riusciti, a opera delle attrici del Centro Teatro Pontremoli (Monica Rosa, Valentina Zizola, Valentina Simoncini, Federica Gussoni) e a seguire dibattito degli autori. "Eravamo ragazzi pieni di idee, le nostre marachelle – conclude Baldini adesso celebre avvocato – erano ben tollerate dall’ambiente del collegio.
Anche il direttore Madaffari, un matematico siciliano, ci lasciava fare". Un evento realizzato in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Carrara e il liceo artistico ’Artemisia Gentileschi’, con il patrocinio delle accademie Albericiana e Aruntica di Carrara e il Rotary Club Lunigiana Pontremoli-Distretto 2071 e la sala di Palazzo Binelli concessa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara .