
La lettura San Carlo Po’ e le sue Terme
Una storia affascinante e legata a doppio filo a uno dei simboli del territorio: l’acqua. Torna protagonista grazie a un’opera di letteratura, a cura di Franco Frediani. "Correva l’anno 1580 e leggenda vuole che il cardinale Carlo Borromeo si recasse a Pò a bere le taumaturgiche acque, che là sgorgavano, per lenire i dolori artritici da cui si narra fosse afflitto. E di questa leggenda se ne avvalgono le acque della fonte Aurelia, commercializzate dalla San Carlo S.p.a. titolare dell’omonimo stabilimento". Così inizia il volume che Frediani ha dedicato alla storia di San Carlo Pò e delle sue Terme, a cui aggiunge che se la vicenda così raccontata è apprezzabile ed anzi giustificabile sotto il profilo del marketing, non lo è dal punto di vista storico. "Nulla prova infatti che Borromeo sia transitato dalle nostre parti né tanto meno sia salito a bere a non si sa bene quale fonte – spiega l’autore – Leggenda a parte, la storia si dipana attraverso le cronache, le numerose immagini e gli eventi più significativi dagli anni ’20, quando il medico Nicola Zonder scoprì gli effetti benefici delle acque, sino ai giorni nostri che vedono nella famiglia Alphandery, l’attuale proprietaria". In un susseguirsi di immagini, nell’arco temporale di 100 anni, sarà così possibile per chi legge riuscire "rivivere la costruzione del primo stabilimento di imbottigliamento delle acque, la valorizzazione turistica della località ad opera del Regime, gli annuali convegni escursionistici, la devastazione subita a seguito della seconda guerra mondiale, la ricostruzione nel dopo guerra ad opera dell’industriale commendator Alfredo Bonini fece dello stabilimento un piccolo gioiello turistico-curativo la festa degli alberi con la piantumazione di decine di piante, valorizzazione dello stabilimenlato arricchito dalle belle sculture dell’artista Riccardo Rossi. – prosegue – Ma anche i convegni medici, la festa coi maggianti, gli anni ’60,che furono il periodo di maggior splendore, l’impegno delle amministrazioni comunali nel costruire il piazzale antistante le Terme e la strada belvedere che inanella la collina e infine, tra alti e bassi, i vari passaggi di proprietà sino all’attuale gestione della famiglia Alphandery che con impegno e dedizione, ha rinnovato e restaurato lo stabilimento ed il bellissimo parco meritevole di visita e di una sosta per respirare aria pura e dissetarsi con un’acqua, se non miracolosa, sicuramente diuretica come ebbe a celebrarla il poeta dialettale massese Ubaldo Bellugi “Tu ‘n bé un bicchiero e tu n’arpisce dò”". Il volume è in vendita in alcune edicole e librerie cittadine.