
Aulla, successo dell’incontro con l’autore che ha portato i suoi ’Uomini pesce’. "Ritrovare la capacità di ascolare il territorio"
"Le recensioni colpiscono anche a me, sono tutte non canoniche, un po’ come il libro, che gioca sul fantastico, l’ipnotico, l’onirico e il perturbante". Una sala consiliare piena ha accolto, ieri pomeriggio, Wu Ming 1, tornato in Lunigiana per presentare il suo libro ‘Gli uomini pesce’, nell’ambito di ‘Alluvione. Rassegna di acque indisciplinate’, con l’organizzazione del Circolo Arci Agogo di Aulla, in collaborazione con il Comune di Aulla.
L’incontro è stato moderato da Catia Castellani e Oreste Verini di Arci Agogo, le letture sono state affidate a Jonathan Lazzini, coi suoni e le percussioni curate da Massimiliano Furia. Gli appassionati del collettivo erano felici di ascoltare dalla viva voce dello scrittore, una descrizione così animata e accurata del romanzo, con tutte le sue sfaccettature. "Il protagonista è un territorio - ha esordito - da Ferrara fino al delta del Po, il mio territorio di nascita, è un luogo strano, destinato a sparire, con l’innalzamento dell’Adriatico. Va quindi cantato: la crisi climatica ci costringe a guardare indietro per conoscere meglio le scelte fatte, anche se il libro si proietta in avanti: rivisitare il passato serve ad affrontare il futuro".
Tre i piani temporali, si comincia con l’estate 2022, contraddistinta da una grave siccità. "Antonia è docente di geografia - ha aggiunto - che ha vissuto male la pandemia e continua a soffrire di traumi precedenti non superati, soffre di angoscia climatica, si sente in secca come il Po. Soffre anche il dolore per il lutto di Ilario, partigiano, regista, sceneggiatore, pittore, ecologista, zio adorato di Antonia che scopre dei segreti mantenuti per quasi un secolo. E’ la storia di come lei indaga su chi fosse questo zio amatissimo, che lei pensava di conoscere, è la storia di una ricerca che lei compie andando nei luoghi e riprendendo i contatti col territorio. Diversi misteri di Ilario sono legati al periodo di guerriglia palustre, una resistenza pochissimo raccontata". Nel libro c’è il cambiamento climatico, ma anche i braccianti, il fascismo, l’industrializzazione dell’agricoltura, le bonifiche, i corsi d’acqua che si scoprono solo quando esondano.
"Abbiamo perso la capacità di ascoltare il territorio - ha detto ancora - soprattutto i nomi di fiumi e strade. Antonia racconta il 2022, la resistenza è raccontata attraverso documenti che lei legge, poi ci sono gli interludi di Ilario e vari colpi di scena. Per la prima volte c’è un io narrante donna, con i protagonisti di oggi schiacciati da un trauma, alle prese con dolori psicologici e fisici che non si superano. Lei però ritrova se stessa e il suo corpo, superando le cicatrici portate dal distanziamento sociale. Siamo tornati a fare le cose in presenza, in un processo di riscoperta del territorio e del corpo. Questo fa scattare una molla e fa parlare di speranza".
Monica Leoncini