La mappa delle fontane chiuse. Stop al rito collettivo in montagna

A Massa, la carenza di fontane pubbliche preoccupa i cittadini che lamentano la chiusura di molte sorgenti d'acqua. Il comitato "Una montagna da salvare" solleva la questione, sottolineando l'importanza di preservare l'acqua come bene comune e risorsa naturale. La richiesta è di riaprire le fontane chiuse e valorizzare l'acqua di San Carlo come attrazione turistica.

La mappa delle fontane chiuse. Stop al rito collettivo in montagna

La mappa delle fontane chiuse. Stop al rito collettivo in montagna

Acqua bene comune, acqua risorsa naturale? Ma le fontane pubbliche sono sempre meno. Si sa, in estate c’è la corsa alle nostre fontanelle montane, per qualche bottiglie di acqua fresca, per respirare un po’ d’aria buona e refrigerarsi dalla calura. "Chi è l’ultimo? – si chiede quando si arriva a San Carlo e ci si mette in coda all’unico rubinetto che eroga poco più di un filo d’acqua. Il malcontento dei cittadini è evidente e si contano le fontanelle chiuse, chiedendosi perché. "La fontana della Rocca è chiusa da mesi – osservano – A Canevara, alla Levata del Governo, la fontana è asciutta da anni così come le fontanelle a fianco dello stabilimento Evam, per l’apertura delle quali c’è una raccolta di firme del M5S. E’ rimasta solo la fontana Cristallo e questa a San Carlo, il resto tutte chiuse". A riportare la questione all’attenzione pubblica è il comitato Una montagna da salvare. Ma vediamo le nostre fontane: la più abbordabile è sempre stata quella di Canevara e poco sopra, le fontane di Prati della Ciocca. Purtroppo anche queste sono chiuse da tempo in attesa di progetti di decoro. Verso la zona dei Cappuccini, c’è un mascherone che ha dato un po’ d’acqua al momento dell’inaugurazione, oltre tre lustri fa, poi più niente. Tornando in montagna, la Polla di Tommaso da anni è asciutta e l’auspicio è di recuperare l’antica sorgente. Chiusa anche la mitica Fontana Amorosa e sigillata la fontana ai Canalacci, dove ci si recava anche per una passeggiata nei boschi circostanti. "L’acqua è una risorsa del territorio e come tale deve essere messa a disposizione della cittadinanza – spiega il comitato – Insomma, l’acqua è un bene comune prezioso: un diritto di tutti. A San Carlo Terme abbiamo un solo rubinetto situato in un anonimo parcheggio dove le persone fanno code esasperanti per riempire taniche e bottiglie, visto che è rimasta l’unica a cui attingere. Essendo una risorsa pubblica, perché non aprire altri rubinetti per consentire a più persone di attingervi? Perché non abbellire la piazza con una bella fontana? L’acqua San Carlo ha proprietà diuretiche ed è molto ricercata: potrebbe essere un valore aggiunto e un motivo di attrazione, anche turistica".

Per i massesi attingere alle fresche acque di sorgente è un’antica tradizione che si tramanda di generazione in generazione. "Come comitato rinnoviamo all’amministrazione la richiesta di apertura della fontana di Canevara, delle tre fontanelle ai Prati della Ciocca e della fontana della Rocca, valutando anche le piccole fontanelle sparse chiuse da tempo. L’acqua non va sprecata ma nemmeno si può privatizzare prosciugando le fonti". E qualcuno ricorda che anche Bergiola, una volta, aveva una bella fontana pubblica, purtroppo chiusa e abbandonata.

Angela Maria Fruzzetti