La Memoria da ricucire. Scritte su don Sante. Anpi: "Provocazioni sterili"

La frase è comparsa il giorno prima delle commemorazioni nel Comune di Comano per ricordare il rastrellamento nazifascita del luglio 1944.

La Memoria da ricucire. Scritte su don Sante. Anpi: "Provocazioni sterili"

La Memoria da ricucire. Scritte su don Sante. Anpi: "Provocazioni sterili"

Una scritta rossa impressa sull’asfalto con una bomboletta spray "Don Sante ucciso dai partigiani" in prossimità del cippo in memoria di Don Sante Fontana, vittima di un’esecuzione partigiana nel gennaio 1945. È spuntata la notte precedente la commemorazione annuale organizzata dal Comune di Comano nella frazione di Camporaghena per ricordare i morti del rastrellamento nazifascista del luglio 1944. In quell’operazione perse la vita il giovane parroco della frazione, Don Lino Baldini, "colpevole" di aver suonato le campane per avvisare la popolazione dell’arrivo dei nazisti.

"Non so i motivi di questa scritta - ha dichiarato il sindaco Antonio Maffei al telefono - Comano ha sempre commemorato anche la morte di Don Sante in ricorrenza della sua uccisione, a gennaio". Diversa la reazione della sezione Anpi intercomunale di Licciana Nardi, Aulla, Comano e Podenzana, che nella stessa giornata di domenica ha dato appuntamento ai soci in un ristorante di Comano per l’usuale pranzo sociale.

"Chi ha imbrattato la pubblica via, ricordando maldestramente l’uccisione di Don Sante Fontana da parte dei partigiani, pensa di provocarci ma non sa chi siamo e non conosce la nostra forza e la nostra onestà intellettuale" si legge nella nota di Anpi che ha scelto di non soprassedere al fatto, cogliendovene una provocazione diretta.

Il presidente Giuseppe Carnesecca spiega lo sforzo morale che la sezione intercomunale sta compiendo proprio in direzione di un revisionismo storico che possa restituire i fatti alla loro verità, al di là di ogni interpretazione ideologica.

"L’Anpi riconosce che la Resistenza ha avuto dei momenti oscuri, non nega gli errori commessi negli anni terribili dell’occupazione ed è in prima fila per ricostruire la verità storica anche quando è scomoda. Sicuramente avremmo voluto per Don Sante Fontana e anche per chi l’ha ucciso un giusto processo. Ma tutto questo non cancella il valore morale della lotta di liberazione che ha riabilitato la reputazione del nostro Paese di fronte al mondo libero ed ha portato l’Italia ad essere indipendente, democratica e repubblicana".

E proprio nel rispetto e nella volontà di ricordare tutta la storia di Comano, Anpi rilancia: "Chiediamo a tutti se sia giusto riconoscere più onorevole il comportamento di Don Sante Fontana, delatore delle opinioni dei suoi parrocchiani alle forze fasciste o il comportamento di Don Lino Baldini, che nei suoi 28 anni preferì la morte pur di proteggere dal rastrellamento i parrocchiani che gli erano stati affidati, a prescindere dalla loro fede politica". L’iniziale intento di Anpi "non raccogliamo le provocazioni di un anonimo vigliacco" alla fine diventa una sfida al rialzo a conferma, semmai c’è ne fosse bisogno, di un percorso di pacificazione storica difficile ed ancora aperto: "Cogliamo l’occasione per invitare tutti il prossimo anno a ricordare ancora più numerosi i caduti di Camporaghena e a dedicare pensieri o graffiti anzi a Erminio Bertoli di Cattognano, ucciso dai nazifascisti il 3 luglio mentre pascolava le sue pecore. Aveva 11 anni".

Michela Carlotti