La Memoria dell’eccidio di Vinca. Omaggio alle 174 vittime innocenti: "Il governo non ha inviato nessuno"

Fivizzano, ieri mattina la cerimonia nella piazza della Stazione davanti al monumento ai Caduti. Deposte le corone di fiori tra aneddoti e testimonianze inedite. Orazione dell’assessore Nardini.

La Memoria dell’eccidio di Vinca. Omaggio alle 174 vittime innocenti: "Il governo non ha inviato nessuno"

La cerimonia (Foto Massimo Pasquali)

Celebrato ieri l’80° anniversario della strage di Vinca, che costò la vita a 174 vittime civili. Una mattanza iniziata il 24 agosto 1944 e terminata il 27 con centinaia di abitazioni distrutte, innumerevoli borgate incendiate e la chiesa di Monzone Alto fatta saltare in aria. La cerimonia ha avuto inizio alle 9 a Gragnola, nella piazza della Stazione al Monumento ai Caduti dove le autorità civili e militari, presenti il questore Santi Allegra e il generale dei carabinieri Americo Di Pirro, hanno deposto una corona di fiori. La funzione religiosa officiata da don Simone si è tenuta nella chiesa parrocchiale, poi nella piazza antistante si sono succeduti gli interventi del sindaco Gianluigi Giannetti e dell’oratrice ufficiale, l’assessore regionale Alessandra Nardini, mediati dal delegato alla Memoria del Comune di Fivizzano. Il primo cittadino ha ricordato l’immane tragedia che colpì il territorio. Il responsabile della Memoria ha rivelato una testimonianza inedita sull’esecuzione di un abitante di Gragnola il quale, fermato assieme ad altri nel centro del paese da militi delle Brigate Nere, per due volte si vide gettare a terra i documenti che attestavano la sua appartenenza in qualità di lavoratore della Todt, l’impresa tedesca che costruiva le fortificazioni per conto del Reich lungo la Linea Gotica. Quando il 50enne padre di famiglia lo porse la terza volta al brigatista nero, questo lo strappò: era la condanna a morte per il poveretto e i suoi compagni di sventura. Oltre 60 anni dopo questo delitto, a inizio anni Duemila, il sindaco pro tempore di Fivizzano trovò sulla sua scrivania un documento da firmare: era la richiesta di sepoltura in un cimitero di zona per una salma proveniente da altra regione. Si trattava dell’ex componente della Brigata Nera che aveva distrutto i documenti dello sfortunato 50enne di Gragnola. E quest’ultimo era il nonno paterno del sindaco stesso. Attimi di dolore, rabbia: poi la decisione, seppur sofferta, di firmare il nulla osta per concedere la sepoltura a chi nella sua terra aveva sparso tanto dolore. Energico l’intervento dell’assessore regionle Alessandra Nardini: "Come a Sant’Anna di Stazzema anche qui a Vinca il Governo è stato assente, neppure un sottosegretario si sono degnati di inviare. Una cosa che la dice lunga, che si commenta da sola". Durante la deposizione delle corone, un fatto di rilievo: la prima, deposta al monumento ai caduti nei pressi della chiesa, è stata portata da Monia Leonardi e Alessia Signanini, due consigliere d’opposizione.