Alfredo Marchetti
Cronaca

"La mia una missione": Costantino si racconta

Il patron di Nca ha ospitato il Rotary Carrara e Massa e ha parlato di un investimento di 40 milioni per soddisfare i nababbi della nautica

Giovanni Costantino

Carrara, 5 marzo 2020 - “La mia non è più un’azione imprenditoriale, è diventata missione sociale”. Oltre 40 milioni di euro di investimenti da qui a un anno e mezzo per esaudire le commissioni in costante crescita, oltre 21 milioni di euro previsti incassati nel 2020 dal refit, 400 dipendenti diretti e 700 nell’indotto. Tutto questo è l’impero di Giovanni Costantino, patron di Nca, Admiral Tecnomar, presentato martedì sera agli ospiti speciali dei cantieri navali, il Rotary club Carrara e Massa. Il patron degli yacht realizzati per i Paperoni di tutto il mondo ha raccontato la sua storia imprenditoriale, che egli stesso considera “orgogliosamente made in Italy”. Da giovane geometra di una città del sud, Costantino è diventato un imprenditore affermato, punto di riferimento della nautica di lusso. Il 56enne due volte sposato e oggi single, padre di tre figli, ha raccontato la sua vita professionale agli avvocati, medici, commercialisti presenti, dagli esordi, da quando 35 anni fa ha dovuto rinunciare all’università per rimboccarsi le maniche dopo essersi diplomato geometra perché la famiglia, la mamma casalinga e il padre vigile urbano, aveva bisogno di aiuto economico.

Ha raccontato dei suoi inizi nel settore cantieristico a Taranto, del prestito del padre con un assegno di 250mila lire per iniziare successivamente una piccola impresa, una copisteria, che si rivelerà cruciale per iniziare ad avere i contatti con il mondo dell’architettura e i primi incarichi per il quale aveva studiato, del successivo acquisto di una falegnameria. “Il passaggio cruciale però – prosegue – arriva quando ho deciso di iniziare a produrre arredi, con esposizioni al Salone di Milano e store a Hong Kong e Parigi. Mi notò Pasquale Natuzzi, colui che ha messo a sedere gli americani, e nacque una collaborazione durata 11 anni. Da un progetto la sua fiducia crebbe e ricordo che alla fine gestivo 500 manager. Successivamente volli tornare a fare l’imprenditore e acquistai Tecnomar, nella quale ho investito complessivamente 45 milioni di euro. Poi arrivò Admiral e Nca, acquisita attraverso Invitalia. Il cantiere, allora sotto il pubblico, aveva 160 operai e 8 milioni di euro di perdite, esternalizzava tutto. Ricordo le lotte con i sindacati e le 70 persone allontanate che non rientravano nei nostri piani, che ci sono costate ben 7 milioni di euro di buonuscita. Io non potevo permettermi di fermarmi, dovevo correre, per far espandere la nostra realtà".

"Oggi abbiamo 400 dipendenti e oltre 700 dell’indotto e disegnato un’azienda che gli 11 brokers nel mondo definisco d’elite. Abbiamo un anno e mezzo per investire 40 milioni di euro per realizzare 13 commesse, ovvero fare uno yacht, smontare il capannone e rimetterlo in piedi in tempi record per realizzare la commessa successiva. Abbiamo anche un’azienda di arredi al sud che ci realizza gli interni. Oggi posso dirlo, sento la responsabilità: la mia non è più un’azione imprenditoriale, è una missione sociale”. Al termine del racconto, e dopo aver visitato l’azienda, gli ospiti speciali del patron si sono fermati per un’apericena nell’esclusivo Village, dove sono state servite tartine di carne e pesce, e champagne per tutti i presenti. “Sono molto onorato di avere come ospiti degli imprenditori così importanti” ha dichiarato Costantino.

“Non ho assorbito il mercato italiano, mi sono creato una strada completamente nuova”. L’imprenditore Giovanni Costantino, che va in ufficio tutte le mattine alle 6 e torna a casa alle 22, racconta agli ospiti, i soci del Rotary club Carrara e Massa gli obiettivi della sua azienda. “Abbiamo in cantiere per il refit degli yacht la bellezza di 13 imbarcazioni. Dal mio ingresso in questi cantieri a oggi abbiamo consegnato 32 yacht, tra cui quello di un membro di una delle famiglie più importanti al mondo, la Rothschild, al quale è stato consegnato un 80 metri. Tuttavia le sfide non finiscono qui: siamo pronti ad investire da qui a un anno e mezzo ben 40 milioni di euro per altre 13 commissioni nuove, più altri 13 refit. Abbiamo una media di 7 persone assunte ogni mese. Investimento con tempi stretti perché dovremo seguire un cronoprogramma rigido: realizzare lo yacht, buttare giù il capannone una volta costruito, rimetterne in piedi un altro e ricominciare a costruire".

"I clienti internazionali non ammettono ritardi: se scaliamo di un giorno per noi diventa un dramma, basti pensare che un giorno di ritardo sulla consegna ci costa 30mila euro, un mese un milione di euro e dopo 90 giorni devi restituire la somma che ti hanno dato e pagare le penali“. Il patron di Nca ha poi proseguito nella sua analisi degli affari internazionali: “Siamo particolarmente soddisfatti, io e il mio vice presidente Giuseppe Taranto, persona della quale mi fido ciecamente, dal fatto che abbiamo creato un segmento nuovo nel mercato, non abbiamo assorbito clienti già presenti nella realtà italiana, ma dal mercato olandese e tedesco. Un imprenditore kazako ha appena acquistato un yacht da 67 metri e ne ha già ordinata un’altra. Inoltre ha mandato in refitting le altre quattro che aveva in precedenza“.