La montagna ’ferita’. Sentieri impraticabili o interrotti dalle cave. Il triste dossier del Cai

La mappa dei disagi e delle criticità sui percorsi lungo le Alpi Apuane ’Fotografata’ una situazione che richiede aiuti imminenti dalle istituzioni "Fare tutto è difficile: molte volte siamo costretti a chiuderne alcuni".

La montagna ’ferita’. Sentieri impraticabili o interrotti dalle cave. Il triste dossier del Cai

La montagna ’ferita’. Sentieri impraticabili o interrotti dalle cave. Il triste dossier del Cai

Sentieri interrotti dalle cave, altri resi inagibili dal maltempo. La mappa di disagi e criticità sui percorsi escursionisti e turistici che si sviluppano lungo le Alpi Apuane è purtroppo lunghissima. L’ultimo report, elaborato dalle sezioni apuane del Cai e aggiornato al primo luglio, fotografa una situazione disarmante che richiede la massima attenzione delle istituzioni. Basta pensare solo ad alcuni fra i più importanti, come il 168 del Fondone, reso inagibile da tempo a causa dell’attività di cava, e a cui si somma ora anche la vegetazione invasiva. Ancora il 182: inagibile su tutto il versante mare, ancora a causa di una cava, che riguarda anche Carrara. Il 174 che passa da Sagro a Fivizzano: qui c’è un’ordinanza di chiusura legata proprio all’attività di cava, mentre si studia una possibile variante perché ormai sembra dato perso per sempre.

Andiamo al Passo della Focolaccia, al confine fra Massa e Lucca, dove bisogna prestare attenzione al distacco di rocce dal pendio sopra lo stradello di cava percorso da due sentieri Cai oltre che da Sentiero Italia. La Ferrata del Contrario, a Massa, di competenza del Comune e ancora chiusa perché dopo i lavori, effettuati da anni, manca il collaudo. Ce n’è anche uno più recente, il 169, reso inagibile per l’ultima frana che si è verificata fra Forno e Casette (sentiero del Bizzarro).

"Le situazioni dei sentieri Apuani sono serie e il continuo lavoro dei volontari delle sezioni CAI riesce a rendere fruibili molti chilometri – sottolineano dal Cai di Massa – ma non può coprire tutte le emergenze. Abbiamo una squadra di volontari che tutti i martedì provvede alla pulizia di sentieri. Un lavoro immane, faticoso, che spesso si scontra con le difficoltà indotte, e che difficilmente può farsi carico di tutti e gli 80 chilometri di sentieri di nostra competenza distribuiti tra i 60 e 2.000 metri di dislivello. Per questo anche tanti volontari del Soccorso Alpino della stazione di Massa hanno cominciato una collaborazione con la nostra Sezione per segnare e pulire i sentieri più difficoltosi".

Perché quando ci si confronta con la montagna ci si confronta con la natura ma sulle Apuane, purtroppo, c’è molto altro. "Ci si mette l’uomo con le emergenze spesso create dai cambiamenti climatici, con piogge importanti e frequenti che provocano frane e smottamenti. Il sentiero del Bizzarro, tra Forno e Casette, è il classico esempio e non può essere certo un intervento di ordinaria pulizia a risolvere il problema: servono opere strutturali, competenza fuori dai compiti delle associazioni come il Cai. La stessa Via Vandelli necessita di interventi importanti che si volontari non possono fare. Dall’altra parte paghiamo le attività estrattive che in più di un caso hanno reso inagibili sentieri, ne hanno modificato il percorso o addirittura ne hanno cancellato la traccia. Questo mette a rischio escursionisti, crea disagi in casi di emergenza e, di fatto, limita quello che è un diritto riconosciuto, cioè la presenza dei sentieri in montagna. Ricordiamo che i sentieri in base alla legge regionale paesaggistica sono invarianti strutturali e in quanto tali preservati e protetti".

C’è poi la perdita culturale e storica. "In questo scenario – conclude il Cai – , oltre al contributo che ci concedono il Parco Regionale delle Alpi Apuane, l’Unione dei Comuni e il Comune di Massa non abbiamo altri sostentamenti per la pulizia e messa in sicurezza dei sentieri, muoversi diventa difficile e spesso siamo costretti, come CAI, ad annunciare l’interruzione della percorrenza per evitare che succeda il peggio".

Francesco Scolaro