CRISTINA LORENZI
Cronaca

La prevenzione è più accurata con il robot

Lo specialista Barattini si avvale di un macchinario tedesco che consente esami e mappature ad alta precisione

di Cristina Lorenzi

Prevenire è meglio che curare, e l’indagine precoce del melanoma è adesso ancora più possibile grazie a un robot che legge, aiuta a interpretare, confronta e facilita l’accesso alle linee guida della patologia. La macchina, un modello della tedesca Fotofinder, Atbm master, unica in Toscana, conta nemmeno 20 esemplari in Italia ed è disponibile ad Avenza nell’ambulatorio del dottor Gianni Barattini che da quando l’ha messa a disposizione dei suoi pazienti, con un investimento da oltre 50mila euro, ha verificato maggior facilità nell’individuare precocemente le peggiori malattie della pelle nonché un aumento dei casi emersi dai controlli. Un macchinario che ha consentito passi da gigante alla dermoscopia, dove la tecnologia più avanzata fa la differenza. Una sorta di robot che si aggiunge ai normali video dermatoscopici per le mappature dei nei dai quali si differenzia per la capacità di sovrapporre le immagini dello stesso paziente nel corso delle varie visite, evidenziando i cambiamenti di nei nel corso del tempo e allertando il medico sui punti su cui indagare.

"La macchina non è in grado di indicarmi lo stato di un tumore o l’alterazione di un neo – spiega lo specialista – ma mi evidenzia quanto un singolo punto critico sia cambiato, regredito o aumentato nel tempo e come. Sono io a quel punto che indagio e ho la possibilità di decidere su cosa effettuare ulteriori accertamenti. La macchina incrocia i dati sullo stesso paziente sovrapponendo le immagini archiviate nel corso del tempo e rimarcando tutte le anomalie che si sono verificate. E’ uno strumento che consente una diagnosi più accurata che facilita il lavoro del medico ma non lo sostituisce. Il macchinario non consente l’autodiagnosi ma permette di avere una chiara visione di quanto è cambiato su un signolo neo. Dà l’idea di sviluppo e mette in guardia se rivela cambiamenti che a occhio nudo o con altre apparecchiature non si vedrebbero. Ho deciso di fare questo investimento perché credo profondamente nella prevenzione. Soprattutto se si tiene conto che i melanomi sono cresciuti a livello mondiale del 4 per cento e la nostra zona è una delle più colpite. Su circa 1800 visite in un anno almeno 7 o 8 in un mese sono i casi positivi che, se presi in tempo, si possono risolvere". In Italia si contano circa 15mila casi di melanoma in un anno con un aumento regolare del 7 per cento. In Toscana nel 2020 se ne registravano circa 1100 casi, 600 uomini e 500 donne. Una situazione dove il sole e lo stile di vita certo non aiutano. "La diagnosi precoce significa sopravvivenza – conclude lo specialista – e con questo macchinario se usato in maniera diffusa i numeri possono essere distinati a cambiare. Si salvano vite".