"La Resistenza al femminile: il ruolo determinante delle donne nella lotta di Liberazione"

Nell'Istituto alberghiero Minuto di Massa, la Resistenza al femminile è stata celebrata in un incontro guidato dalla scrittrice Angela Maria Fruzzetti. Si è evidenziato il ruolo determinante delle donne durante la Seconda guerra mondiale, sia come staffette partigiane che come difensori della popolazione civile. L'evento si è concluso con la consegna di una mini panchina rossa come simbolo della lotta alla violenza di genere.

Gli studenti della 5ª AA dell’istituto alberghiero Minuto con l’insegnante Annalisa Giarrizzo e a collega Angela Maria Fruzzetti

La Resistenza entra in classe con con uno sguardo particolare sul ruolo storico delle donne. Si è tenuto infatti nella classe 5ª AA dell’Istituto alberghiero Minuto un incontro sul tema della Resistenza al femminile programmato dalla professoressa Annalisa Giarrizzo e condiviso dalla dirigente Silvia Bennati. Ospite della mattinata, la scrittrice e collega Angela Maria Fruzzetti, che ha offerto agli studenti e ai docenti una panoramica sulla lotta di Liberazione nel contesto storico della Seconda guerra mondiale. Il tema si è soffermato sull’estate delle stragi, la calda e sanguinosa stagione del 1944, quando sul nostro territorio il nazifascismo fu responsabile di distruzioni, saccheggi, violenze e uccisioni ai danni di centinaia di civili – tra anziani, giovani, donne e bambini – e deportando altrettante persone nei campi di lavoro tedeschi. Nel racconto, è emerso come le donne, in tutte le guerre, rischiano molto subendo violenze sessuali. Il corpo delle donne è considerato proprietà dell’uomo e, violando il corpo delle donne, si infanga l’onore del nemico. Tante le violenze taciute, per vergogna, o per imposizione. L’autrice ha ricordato Vinca e ’Il Mandrione’. E il ruolo delle donne, parlando di Resistenza, è stato determinante. Divennero soggetti attivi, mantennero vivo il fuoco, esercitarono un ruolo fondamentale per il Paese, dal punto di vista assistenziale. Alcune divennero staffette partigiane, partecipando alla lotta attiva. Nascosero i feriti e i prigionieri e raccolsero viveri per sostenere la popolazione dalla morsa della fame. La difesa delle popolazioni passò anche e soprattutto dalle donne. Fu una scelta di campo, anche etico e morale. La maggior parte delle donne si è sempre opposta a qualsiasi tipo di guerra senza però rinunciare a diventare parte attiva per difendere il Paese.

Insomma, un percorso difficile che, secondo Fruzzetti, "è taciuto per tanti motivi. Sicuramente non è stato riconosciuto alle donne resistenti il loro valore. Ma, al di là delle combattenti che scelsero di affiancare la lotta, anche le donne che hanno vestito i compagni, che hanno diviso un piatto caldo e una fetta di pane con chi aveva fame, che hanno percoso la ’via del sale’ fino in Emilia per scambiare il sale con un po’ di cibo, che hanno rischiato la vita nascondendo profughi o sfollati, sono le artefici della vera resistenza civile". L’incontro si è concluso con un riferimento alla ’resistenza’ femminile odierna, consegnando alla classe una mini panchina rossa, progetto della stessa Fruzzetti quale simbolo della lotta alla violenza e al femminicidio. "Una bella pagina di scuola", ha commentato al termine la prof Giarrizzo.