Con-vivere compie 19 anni ed è sempre l’evento più atteso dalla città. Un appuntamento è trasforma Carrara in un salotto letterario della città. Quest’anno si parte giovedì 5 settembre e si chiude domenica 8. Nato come evento interamente sponsorizzato dalla Fondazione cassa di risparmio di Carrara che l’ha ideato e portato alla maggiore età, Con-vivere negli anni ha saputo inglobare sponsor blasonati ma soprattutto coinvolgere enti e istituzioni del territorio. Per il presidente della Fondazione Crc Enrico Isoppi la formula del successo sta tutta "nell’alta qualità degli eventi proposti".
"A partire dalla direzione di Remo Bodei Con-vivere ha sempre proposto eventi diversificati e di alta qualità – prosegue Isoppi –. Negli anni è cresciuto d’immagine diversificando le proposte e riuscendo a coinvolgere la città, dalle istituzioni ai negozi e con sponsor importanti. Per Con-vivere è stato creato un comitato, e questo dà una stabilità anche economica. Un progetto collettivo dove tutti hanno voglia di dare il loro contributo per aiutare a consolidare l’evento e farlo crescere di anno in anno. La ricetta vincente è la rete e il merito è di tutti, i progetti importanti si fanno in rete".
Cosa vi aspettate da questa edizione? "Ci aspettiamo di dare una risposta soddisfacente al nostro pubblico – prosegue Isoppi –, che è fidelizzato ed ha imparato ad apprezzare la qualità delle proposte. Il pubblico è sempre molto interessato ai dibattiti perché danno la possibilità di riflettere su argomenti che magari nel quotidiano non sarebbero presi in considerazione. Quest’anno abbiamo coinvolto nuovamente le scuole a tutti i livelli, ci sono nuovi spettacoli e nuove location come quella di San Francesco che potrebbe essere ripresa anche nelle prossime edizioni".
Quindi il festival proseguirà anche nei prossimi anni? "Nel mio mandato l’intenzione c’è e penso che ci sia la volontà di tutti, non a caso si ripete da 19 anni – rimarca Isoppi – . La cultura ha una serie di enormi vantaggi, la prima è che riempie l’anima e il cervello, la seconda è a livello commerciale: è un supporto economico che sostiene il territorio, ma anche un’opportunità per farsi conoscere e apprezzare per un rilancio globale del territorio". E Palazzo Binelli? Si può considerare come la casa degli artisti? "È il bene principale della nostra Fondazione – conclude Isoppi – ed è giusto metterlo a disposizione non solo degli artisti ma di tutta la città per riunioni, una casa della cultura per conferenze, presentazioni di libri, e sempre a titolo gratuito".
Alessandra Poggi