REDAZIONE MASSA CARRARA

La Scuola di educatori e psicologi: "Obiettivo raggiungere 600 iscritti"

Taglio del nastro per i nuovi spazi della San Giovanni Bosco. Lotta a dispersione e povertà educativa

Taglio del nastro per i nuovi spazi della San Giovanni Bosco. Lotta a dispersione e povertà educativa

Taglio del nastro per i nuovi spazi della San Giovanni Bosco. Lotta a dispersione e povertà educativa

Un nuovo spazio dove crescere, ascoltare e imparare a farlo. La formazione al centro, lo studio e la crescita personale. Tutto questo nella sede della Scuola superiore di scienze dell’educazione San Giovanni Bosco – aggregata alla Università Pontificia Salesiana – di cui sono stati presentati ieri mattina i nuovi spazi in via Cavour 41. Spazi dedicati alla formazione, alla ricerca e alle attività di service learning, che passano dai vecchi 2.500 mq agli oltre 14.000 mq attuali, a testimonianza dell’investimento nell’innovazione e nella qualità dell’apprendimento. Un ampliamento che si inserisce in un piano di sviluppo strategico, finalizzato a innovare e qualificare l’offerta formativa, accogliendo un numero crescente di studenti: l’obiettivo è passare dagli attuali 315 a oltre 600 nei prossimi tre anni.

"Il progetto universitario mira all’espansione e al potenziamento delle infrastrutture didattiche e di ricerca. Questa sede si aggiunge a quelle di Ronchi e Vallerga – ha detto Andrea Blandi, direttore della Scuola San Giovanni Bosco – con l’apertura di nuovi spazi dedicati alla formazione e ai laboratori applicativi; all’implementazione di nuovi modelli di apprendimento, in cui teoria e pratica si integrano grazie ai living.lab (laboratori diffusi realizzati dal Consorzio Zenit) e alla ricerca sul campo; allo sviluppo di partnership istituzionali e territoriali, per favorire il collegamento tra università, enti pubblici e privati, e reti professionali; al rafforzamento della dimensione internazionale, attraverso la partecipazione a progetti di cooperazione accademica e la promozione di scambi tra studenti e docenti; all’impegno nel community engagement, attraverso iniziative che rafforzino il legame tra università e territorio, favorendo la partecipazione attiva degli studenti in progetti a impatto sociale". "Questo ampliamento della Scuola Superiore di Scienze dell’Educazione San Giovanni Bosco – ha detto il sindaco di Massa, Francesco Persiani – rappresenta un passo fondamentale per il futuro dei nostri giovani e per il benessere della nostra comunità. L’integrazione tra formazione, ricerca e servizi al territorio costituisce una risorsa preziosa, che l’amministrazione comunale sosterrà con convinzione. Solo attraverso la collaborazione tra istituzioni e mondo accademico potremo affrontare con efficacia le sfide legate al disagio giovanile e alla dispersione scolastica".

Istituita nel 1998, la Scuola Superiore di Scienze dell’Educazione San Giovanni Bosco di Massa è un punto di riferimento per l’educazione e la psicologia, con centinaia di studenti iscritti ai corsi di laurea triennale e specialistica. Quest’anno, la Scuola celebra l’apertura di una nuova fase, con l’introduzione di importanti innovazioni didattiche e formative. Tra queste c’è il Centro di ricerca Don Carlo Nanni, che si propone come un hub per lo sviluppo di modelli innovativi nel campo dell’educazione, della didattica, della salute mentale, del welfare e della formazione, con un focus particolare sul service learning e sulla ricerca applicata ai servizi alla persona. La Scuola - che formerà psicologi, psicoterapeuti, educatori e pedagogisti - si propone di rispondere a sfide urgenti come la dispersione scolastica, il ritiro sociale dei giovani e la povertà educativa. Uno degli obiettivi principali sarà quello di sviluppare nuovi modelli di intervento socio-sanitario, in grado di innovare i servizi per il welfare, proponendo politiche più efficaci e rispondenti alle necessità della comunità, politiche e strategie che poi potranno essere presentate alle pubbliche amministrazioni. Dopo i saluti istituzionali, in collegamento da Milano, il professor Raffaele Mantegazza ha tenuto una lectio magistralis prima che il decano professor Antonio Dellagiulia aprisse ufficialmente l’anno accademico nei nuovi spazi.

Irene Carlotta Cicora