La seconda vita dei ‘Rifiutati’ . Cancelli aperti al Cermec. Gli scarti diventano arte per parlare di sostenibilità

Due giorni di mostra-convegno nello stabilimento della società che si apre alla comunità. Interventi sui problemi ambientali e sociali. L’impianto laboratorio di artisti internazionali.

La seconda vita dei ‘Rifiutati’ . Cancelli aperti al Cermec. Gli scarti diventano arte  per parlare di sostenibilità

Due giorni di mostra-convegno nello stabilimento della società che si apre alla comunità. Interventi sui problemi ambientali e sociali. L’impianto laboratorio di artisti internazionali.

L’arte diventa il linguaggio più accessibile per mostrare il mondo della spazzatura che la comunità apuana produce e accendere una luce sul sogno di trasformarla davvero in risorsa. Il linguaggio adottato da Lorenzo Porzano, amministratore unico di Cermec, per spalancare sui “Rifiutati” i cancelli dello stabilimento di via Longobarda 4, al confine tra Massa e Carrara, e parlare di pop art, riciclo e sostenibilità ma anche di neuroscienze e intelligenza artificiale. Saranno due giorni di parole e opere, sabato e domenica, quelli organizzati dalla società consortile che ha chiamato a intorno a sé istituzioni, artisti e imprese. “Rifiutati”, appunto il titolo della mostra-convegno che mette al centro gli scarti per affrontare temi che vanno dall’ambiente al sociale. I cancelli si apriranno sabato alle 15 per richiudersi domenica alle 13 dopo un convegno sul biodigestore. All’appello di Lorenzo Porzano hanno risposto presente moltissimi artisti, anche di livello internazionale.

Ci sarà Paolo Nicolai, l’artista che tratta gli scarti come materiale prezioso e con i rifiuti del Cermec ha creato una scultura ispirata al David di Michelangelo. Ci saranno le opere ironiche e pungenti di Giuseppe Veneziano, che indagano la società e provano a scuotere le coscienze. E Tiziano Lera, architetto di fama internazionale che da anni promuove il concetto di architettura biosistemica cercando di entrare in simbiosi con il territorio. Alfio Bichi trasformerà in statue stele il legname buttato, Giacomo Cossio dipingerà la plastica che buttiamo. E sarà “black” il “carpet” per i visitatori: al Cermec faranno da tappeti i grandi nastri neri usati per trasportare dall’impianto ai camion i rifiuti trattati.

"Aprire le porte del nostro stabilimento, soprattutto alle generazioni più giovani, è il nostro investimento per far camminare sulle gambe di queste bambine e di questi bambini un futuro sostenibile" è la priorità di Lorenzo Porzano, usando la Pop art con linguaggio davvero popolare. Ma la “due giorni” del Cermec consentirà di partire dall’ambiente per arrivare al sociale. Tra gli ospiti padre Carmelo di Giovanni, cappellano del carcere di Regina Coeli per parla dei “rifiutati” della società e della possibilità di farne risorse. E il direttore della Caritas diocesana don Maurizio Manganelli. Poi le istituzioni: il prefetto Aprea, i sindaci di Massa, Carrara e di Peccioli. Rappresentanti delle società pubbliche: dal direttore generale dell’Ato Pinotti, agli amministratori di Asmiu, Nausicaa, Gaia, Retiambiente. Docenti universitari e Guglielmo Ricci, che con la sua ‘Digital Video Service’ da sempre combatte contro l’obsolescenza programmata degli elettrodomestici dimostrando che ogni cosa si può riparare.

E la domenica, accanto all’arte dei “Rifiutati” si parlerà del loro futuro, ovvero del biodigestore che è da tempo nei piani di Cermec. "Faremo parlare i tecnici che lo hanno progettato – spiega l’amministratore Porzano –. Abbiamo invitato tutte le parti sociali: politici, sindacati, ambientalisti e cittadini. Mi auguro che possa nascere un dialogo concreto e competente, senza pregiudizi".

Emanuela Rosi