REDAZIONE MASSA CARRARA

La sfida dell’alternativa al carcere. Il grido di aiuto degli operatori: "Poche risorse e senza personale"

Il convegno delle Camere Penali di Massa e Spezia al Pungiglione ha aperto una riflessione sulla situazione

La sfida dell’alternativa al carcere. Il grido di aiuto degli operatori: "Poche risorse e senza personale"

Il convegno delle Camere Penali di Massa e Spezia al Pungiglione ha aperto una riflessione sulla situazione

“Dall’esecuzione intramuraria alle misure alternative” è stato il tema del convegno organizzato dalle Camere Penali di Massa Carrara e della Spezia al Villaggio Il Pungiglione con il patrocinio dei Comuni di Pontremoli e Mulazzo, il sostegno della Diocesi e il contributo del Rotary Lunigiana. L’evento ha concluso la settimana che in Lunigiana ha visto esporre la mostra “Dall’Amore nessuno fugge” nel Tribunale di Pontremoli e poi trasferita a Mulazzo. Il convegno ha sottolineato l’importanza dell’attivazione di percorsi educativi individuali per l’esecuzione pena, portando come esempio l’esperienza concreta che la Comunità Papa Giovanni XXIII vive all’interno delle Comunità Educanti.

I lavori hanno posto al centro la figura fondamentale del legale. Come ha messo in luce l’avvocato Fabio Sommovigo, presidente della Camera Penale della Spezia "i penalisti sono spesso il primo e unico contatto umano che il condannato ha dalla propria parte: è quindi compito dell’avvocato comprendere quali siano le buone prassi da mettere in atto e quali gli errori da evitare per proporre alla persona un percorso di riflessione e revisione positivo e prevenire indicibili sofferenze date dall’attuale disastro delle carceri che ad oggi conta, per il 2024, 85 suicidi fra i detenuti e 7 fra i poliziotti penitenziari. Un dramma che la politica volutamente ignora".

Aspetto sottolineato anche dal vescovo Mario Vaccari: "Le carceri sono diventate sinonimo di sofferenza". E ha sottolineato il valore del "Pungiglione, vera perla di questa diocesi e della Lunigiana, luogo dove si cerca di trasformare questa sofferenza in speranza". E’ questo che si porta avanti al Villaggio dell’Accoglienza attraverso la "contrapposizione della società del gratuito alla società del profitto, intuizione del nostro fondatore don Oreste Benzi", ha ribadito Marzio Gavioli, responsabile della Zona Toscana per l’Apg23.

La figura dell’avvocato non si ferma alla fase processuale,che è quella gestita e affrontata al meglio, ma deve "accompagnare la persona anche nella fase dell’esecuzione, fase che richiede una conoscenza diretta della persona e del territorio: solo in questo modo l’avvocato può essere un prezioso tramite tra il soggetto e il magistrato di sorveglianza", ha detto l’avvocato Claudia Volpi, presidente della Camera Penale di Massa Carrara. Michela Mencattini, magistrato di sorveglianza del Tribunale di Genova per l’ufficio di Massa ha lanciato un vero grido di aiuto: "Il lavoro va avanti grazie all’esperienza e alla sinergia tra le varie figure:magistrato di sorveglianza, uepe, avvocati, operatori del carcere, serd, servizio di salute mentale, associazioni ed enti territoriali e servizi sociali. Ma le risorse ormai sono poche e non abbiamo più personale".