"Il Che? È un’icona e un emblema di libertà per un’intera generazione che si è ispirata a ideali rivoluzionari. Morto per la libertà nel lottare per popoli oppressi che non erano il suo e che sentiva sua la sofferenza degli altri". La difesa della sindaca di Carrara, Serena Arrighi, e della sua scelta di inaugurare sul territorio comunale la prima statua in Italia dedicata al Che, non arriva stavolta da sinistra ma, a sorpresa, dal centro. A prendere posizione a favore dell’opera e di chi l’ha voluta è infatti il capogruppo di Italia viva del Consiglio regionale toscano e vicepresidente dello stesso Consiglio, Stefano Scaramelli. Non nuovo, a dire la verità, a queste posizioni. Nel 2017 finì al centro delle critiche, in Consiglio regionale, dopo la diffusione di una foto che lo ritraeva nel suo studio seduto davanti a un poster con Che Guevara che faceva bella mostra di sé sulla parete. Ma, anche al tempo, difese la scelta. Da allora sono trascorsi gli anni, è avvenuto nel 2019 il suo passaggio dal Pd a Italia Viva, sono cambiati gli uffici e del poster si sono perse le tracce. Ma Scaramelli ha tuttora un tatuaggio sul deltoide dedicato proprio al Che. "Personalmente lo considero il mio principale idolo politico giovanile – spiega - tale da averlo impresso non solo nella mia mente come nel cuore, ma anche sulla pelle". E a chi vede una contraddizione netta rispetto al suo fare parte di un partito moderato, centrista e attento ai valori cattolici risponde: "Mi considero da sempre un cattocomunista e ho spiegato bene il mio pensiero e i miei valori in un libro. Aggiungo poi che quella di Carrara un’opera d’arte. Andrò a Carrara a vedere e certo non solo io. Ci andrà un popolo che vorrà vedere la statua perché continua ad ammirare chi ha perso la vita per gli altri. È vero che, oltre che scrittore, medico e politico, Che Guevara è stato un rivoluzionario e come tale ricordarlo e studiarlo può piacere o meno. Chi non si ispira a lui e non lo approva può non andare a vederne la statua". E il gruppo consiliare Serena Arrighi sindaca difende la scelta dell’amministrazione invitando l’opposizione a una riflessione. "Apprendiamo con stupore le parole di sdegno delle forze politiche di destra - spiega il gruppo - Non accettiamo critiche, oltretutto infondate, proprio da chi, in passato, non ha proferito parola, con la medesima solerzia, di fronte a rigurgiti nazifascisti; oppure all’inchiesta di Report sui giovani balilla di Fratelli d’Italia". "Non sta a noi ricostruire la storia del ‘Che’ - proseguono - ma basta studiare un attimo per capire chi è stato e cosa abbia rappresentato nel mondo. Ribadiamo che non prendiamo lezioni dagli amici di Trump, di Le Pen o di Orban, già amici di Putin, rinnegato per convenienza, e da chi sosteneva la chiusura dei porti italiani negando l’aiuto, con profonda disumanità, a persone in pericolo di vita, o ancora a chi continua ad avere la fiamma del Msi nel proprio simbolo di partito, senza alcuna intenzione di rimuoverla".
CronacaLa statua del Che "Idolo politico giovanile"