REDAZIONE MASSA CARRARA

La strage dei diciannovenni: "Ricordo le salme sotto le lenzuola. E lo strazio di tante famiglie"

Quarant’anni dopo la tragedia di Nervi, l’omaggio alla tomba di Massimo Lombardi a Bigliolo. La testimonianza di Cinquini, all’epoca sottufficiale: "Ho ancora in mente quegli attimi disperati".

Il labaro dell’Associazione Nazionale Marinai D’Italia e il gonfalone del Comune di Aulla erano in testa al corteo che domenica mattina ha sfilato fino al cimitero di Bigliolo per la commemorazione del 40 anniversario della strage dei marinai di leva al ’Marimuni’ di Aulla. Preceduto dalla messa celebrata da Monsignor Antonio Vigo al santuario di Bigliolo, il corteo è terminato con la deposizione della corona d’alloro alla tomba di Massimo Lombardi, vittima lunigianese di quel tragico 18 dicembre 1983. Un appuntamento solenne voluto dai familiari della vittima, la sorella Leda e la nipote Jose Galeazzi.

Presente il sindaco di Aulla, Roberto Valettini, insieme a una delegazione dell’amministrazione comunale. Presente anche Bruno Cinquini, in rappresentanza dell’Associazione Nazionale Marinai D’Italia. Oggi ha 82 anni e vive a Podenzana con la moglie: ha un ricordo lucidissimo di quella tragedia. Fu lui insieme ad altri due colleghi a identificare le salme. "Iniziarono ad arrivare al telefono delle generiche segnalazioni. Dapprima fu comunicato l’incidente di un mezzo militare. Solo dopo fu riferito che si trattava del pullman che trasportava i marinai partiti da Aulla. Poi le notizie dei decessi". Erano partiti alle 7 dall’arsenale di Aulla in cui prestavano servizio al distaccamento di munizioni. Tutti giovanissimi, classe 1964, andavano in trasferta a Torino per la partita Juve-Inter. Dopo un’ora e un quarto di viaggio, all’improvviso una sbandata e il salto di 70 metri nel vuoto. "Partiti in 39, visto il maltempo uno di loro aveva cambiato idea e prima di imboccare l’autostrada per Genova aveva chiesto di scendere a Santo Stefano. In 34 morirono sul colpo nel viadotto di Nervi. Un altro morì a distanza di un anno. Solo tre i sopravvissuti". "Ricordo il corridoio dell’ospedale San Martino di Genova che ospitava le 34 salme coperte da lenzuoli bianchi. Ho ancora in testa le urla strazianti dei familiari, in particolare di una mamma che ho rivisto anni dopo a Follonica con il marito: mi ricevettero a casa e mi commossi alla vista della camera del loro figlio unico strappato alla vita. All’ospedale San Martino venne anche Giovanni Spadolini, allora Ministro della Difesa. Disse che dovevano essere fatti i funerali di Stato perché militari di leva, figli del popolo e non di professione". Il 20 dicembre vennero celebrati al Duomo della Spezia, partecipò anche il presidente della Repubblica Sandro Pertini. L’anno successivo fu eretto un cippo in ricordo delle vittime tutt’oggi presente nel Cima di Aulla.

Michela Carlotti