La tragedia argentina in classe ’Lezione’ con lo scultore Romeo

Ha spiegato ai ragazzi della Parini la vicenda dei 30mila desaparecidos del regime

La tragedia argentina in classe ’Lezione’ con lo scultore Romeo

La tragedia argentina in classe ’Lezione’ con lo scultore Romeo

Jorge Romeo conquista le scuole. Le classi III della media ’Parini’ di Romagnano hanno accolto con un fragoroso applauso Jorge Romeo, scultore argentino, residente da molti anni nella nostra provincia. Ma non è di arte che si è parlato, ma di desaparecidos, i voli della morte e gli orrori della dittatura militare argentina iniziata nel 1976. Allora Jorge Romeo era ancora a Buenos Aires, così si è fatto testimone dei tragici fatti di quegli anni bui.

"Lavoravo come chimico in una multinazionale farmaceutica ed ero sindacalista – ha esordito –. Ma studiavo anche all’Accademia. Ed è li che sentii le prime voci sui sequestri da parte dei militari. Arrivavano in borghese, prima dell’alba e prelevavano dalle loro abitazioni studenti, intellettuali, politici o anche solo simpatizzanti di sinistra. Molti venivano torturati, ma tutto si svolgeva in clandestinità, nessuno vedeva o sentiva niente. Poi, dalle agende degli arrestati, risalivano ai loro contatti e li sequestravano tutti", ha continuato nel silenzio generale. "Con questo sistema hanno eliminato 30mila persone".

Sulla fine dei desaparecidos, tra cui Franca, la figlia della giornalista Vera Vigevani Jarach, ricordata dal cippo scolpito da Romeo, davanti alla Chiesa di San Sebastiano. "Tanti sono finiti nelle fosse comuni, ma cinquemila persone sono state lanciate nell’oceano dagli aerei, anche 500 giovani donne, subito dopo il parto: i neonati sono stati adottati dalle famiglie dei militari. I corpi finivano in mare, così non c’erano prove".

Soltanto le madri di Plaza de Mayo facevano denuncia. "Ma nessuno le credeva – ha spiegato Romeo –. Saranno fughe d’amore, rispondevano i poliziotti". Mentre l’artista racconta la paura di quei giorni, sullo schermo scorrono alcune foto: il Parco della Memoria a Buenos Aires con i nomi delle vittime del regime, i girotondi di protesta delle madri, una statua in bronzo a pelo dell’acqua in ricordo del ragazzo più giovane lanciato dall’aereo. Nel 1983 venne ristabilita la democrazia e iniziarono i processi ai generali. Ma non si può dimenticare: questo il messaggio di Romeo: "Ragazzi voi siete il futuro – ha concluso –. Per evitare che la storia si ripeta, leggete, studiate, informatevi". Tra le tante domande degli studenti, colpiti dal suo drammatico racconto, ne spicca una: "Come ci si sente quando si deve lasciare il proprio Paese?". "Devi chiudere in una valigia quello che più conta per te, salutare i tuoi cari e non voltarti indietro. Perché sai che non tornerai più".