E’ arrivata un attimo dopo, ha visto il Doblò fermo a bordo strada e quel corpo immobile. E’ corsa per aiutare, perchè questo era l’insegnamento di Mario Maffei: mai tirarsi indietro. Le bretelle arancioni, che portava spesso, in un attimo hanno trascinato la figlia Barbara dentro a un vortice di stupore, strazio, sconforto, che subito dopo ha travolto la grande famiglia della “Montagna Verde“, quell’anima unica e multipla capace di dare vita a un borgo in via di estinzione con un’idea di turismo agricolo che allora era difficile anche immaginare. Impossibile darsi pace, impossibile accettare che un’auto abbia fermato sotto casa la vita che Mario Maffei ha calcavato fino a 71 con un sorriso eterno e un’energia che pareva inesauribile. "Non aveva preso neppure il Covid – ricorda Barbara – , mai una malattia, mai un lamento, sempre positivo. Era lui che dava a tutti la carica, era il nostro leader, la nostra fonte di energia e di ottimismo. Per tutto il paese. Sarà così difficile ora". La morte di Mario Maffei ha straziato una famiglia di imprenditori agricoli che è diventata stimolo, esempio e molto spesso simbolo per tutta la Lunigiana, e dovrà ora trovare la forza per ripartire dal ricordo e dall’esempio del suo fondatore.
Ma per ora l’inchiesta aperta sul tragico incidente lascia in sospeso anche la possibilità di un ultimo saluto. Dagli accertamenti medici si aspettano risposte sulla dinamica del fatale investimento di cui il conducente del Doblò, un insegnante quarantenne del fivizzanese, sembra l’unico testimone. Mario Maffei aveva portato le castagne a macinare al Mulino Moscatelli di Filattiera, una delle ormai rare realtà molitorie che utilizzano ancora l’acqua del fiume Magra. Avrebbe dovuto tornare alla Montagna Verde per prendere la moglie Carla e tornare a casa. Qualcosa lo ha spinto a fermarsi, parcheggiare e attraversare la strada per entrare in casa. Era appena sceso quando l’auto lo ha travolto, sbalzato per cento metri e lasciato inerme. Non deve essersi accorto di niente Maffei, una morte istantanea. Un attimo dopo la figlia Barbara era al suo fianco, poi si sono precipitati fuori dalla vicina officina, richiamati dal colpo sordo. Non c’era più niente da fare per salvarlo. E’ rimasto solo ai carabinieri della Compagnia di Pontremoli il compito di ricostruire i dettagli della tragedia.
Emanuela Rosi