"Abbiamo fatto più passaggi con Anas sul tema della sicurezza stradale, l’ultimo una settimana fa"- E’ visibilmente provato il sindaco di Licciana Nardi, Renzo Martelloni, all’indomani del tragico incidente costato la vita al professore-imprenditore Mario Maffei. Come tutto il paese, come quanti hanno potuto conoscere lui e la storia della “Montagna Verde“. Ribadisce la sua vicinanza alla famiglia. La sera della tragedia Martelloni aveva subito raggiunto la figlia Barbara che, arrivata un attimo dopo l’investimento, ha trovato il corpo esanime dell’amato padre. "Avevo visto Mario un paio d’ore prima in piazza a far benzina, non ho dormito tutta la notte dal dispiacere", dice sconvolto un compaesano di Monti. "Era un uomo buono che ha aiutato tante persone in difficoltà" aggiungono altri. "La strada che attraversa il centro urbano è spesso percorsa ad alta velocità e non è la prima volta che si verificano tragici incidenti" è una delle osservazioni che non mancano da quando Mario Maffei è morto travolto da un’auto davanti a casa.
Un dramma che ha commosso l’intera comunità lunigianese e proseguono le attestazioni di dolore per il vuoto che l’ex professore e “padre” dell’azienda agrituristica “Montagna Verde”di Apella, lascia nella memoria collettiva. L’incidente nel tardo pomeriggio di giovedì sul tratto della SS665, davanti al distributore in località San Martino dove Mario era solito parcheggiare per poi attraversare la strada e raggiungere la sua abitazione che si trova proprio nelle immediate vicinanze. E quella sera Mario era ormai all’atto finale dell’attraversamento, quando l’impatto con il Doblò in arrivo da Licciana lo ha strappato alla vita per cause ora al vaglio degli inquirenti.
"È una strada statale ad alta percorrenza – confermano gli uffici tecnici del Comune di Licciana – completamente riasfaltata da Anas un paio di anni fa. Per assurdo, proprio il rifacimento del manto stradale ha favorito l’alta velocità: ci sono arrivate tante segnalazioni per questioni di sicurezza". Il sindaco sottolinea che gli interventi di competenza comunale si scontrano per molti versi con la rigidità del codice stradale. "Sulla Statale i rallentatori non li possiamo mettere – spiega Renzo Martelloni, i lampeggiatori neppure, così come i dissuasori: allora abbiamo deciso di acquistare un telelaser mobile e di intensificare i pattugliamenti. Ne abbiamo fatti una trentina in un mese, da Tavernelle alla Cocca".
Non solo. I tecnici spiegano l’assenza di strisce per l’attraversamento pedonale: "È una procedura molto complessa, perché si tratta di una strada statale. Secondo il codice della strada, le strisce pedonali non possono essere disegnate al di fuori di un centro abitato. E una volta che il Comune, un paio di anni fa, ha deliberato l’inizio e la fine dei centri abitati, sono iniziate le procedure con Anas per ottenere l’autorizzazione definitiva per il rifacimento della segnaletica e degli attraversamenti pedonali".
Nel caso della strada statale 665 l’autorizzazione di Anas sarebbe subordinata ad un progetto che il Comune sta preparando e che passa dall’adeguamento della carreggiata affinché l’arrivo e la partenza siano in luoghi sicuri, ovvero su marciapiedi, nel rispetto delle barriere architettoniche e della giusta distanza dall’incrocio di Pontebosio. "È un progetto che abbiamo già prodotto e presentato ad Anas – spiegano – ma più volte ci hanno chiesto integrazioni. Abbiamo scritto anche al Prefetto per ricevere aiuto".
Intanto si allungano i tempi per l’ultimo saluto a Mario Maffei. La salma è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria che ha affitato le indagini ai carabinieri della compagnia di Pontremoli intervenuti subito dopo l’incidente.
Michela Carlotti