DANIELE ROSI
Cronaca

La vela per crescere sani. Tre campioni del Club a sostegno dello sport. Contro ogni dipendenza

Madaffari, Muracchioli e Vanelo sui benefici per i ragazzi della vita in mare

La vela per crescere sani. Tre  campioni del Club a sostegno dello sport. Contro ogni dipendenza

La vela per crescere sani. Tre campioni del Club a sostegno dello sport. Contro ogni dipendenza

Il vento guasta la giornata di apertura dell’Optimist European Championship 2024 al Club Nautico. La bandiera "delta" è stata issata alle 14.41 e tutte le flotte sono uscite in mare. Il vento, 6 nodi di maeastrale, non ha garantito il regolare svolgimento della prova. Alle 16.45 il rientro. I team sono stati a lungo a terra e il Club Nautico è stato animato da velisti di differenti nazioni, a riprova dell’importanza interculturale di questo evento. Oggi la giornata sarà alle prese con una perturbazione. Intanto i big del Club si sono incontrati nella conferenza ’La salute a Gonfie vele’ organizzata a Palazzo Binelli da ’Riaccendi il sorriso’ sull’importanza dello sport per combattere la dipendenza dalle tecnologie. Non hanno dubbi al riguardo i campioni plurimedagliati Andrea Madaffari, Ugo Vanelo e Maurizio Muracchioli. I tre velisti hanno raccontato la propria esperienza in mare e di come questa possa essere un ottima alternativa alle ore passate sul cellulare. Secondi i tre sportivi, è soprattutto la vela uno strumento adatto per contrastare la dipendenza dai cellulari. Questo perché in barca sono presenti diverse azioni, accorgimenti e piccole attenzioni, che migliorano l’organizzazione mentale di un giovane. "La vela è uno strumento educativo perché avviene un distacco reale, fisico, dalla terra – ha spiegato Andrea Madaffari – e quindi dovendo stare in mare aperto, abitua i ragazzi a pensare in modo autonomo e consapevole, ragionando su qualsiasi cosa e farla in tempi rapidi. A bordo si pensa agli eventuali problemi che possono sorgere durante la navigazione e come affrontarli. La barca è un mezzo che responsabilizza, perché si è in mare da soli o con poche persone". Cellulari che non devono essere demonizzati, ma usati in misura coerente rispetto ai bisogni che si possono avere su una barca. "Ai nostri tempi non avevamo tecnologie – hanno poi aggiunto Ugo Vanelo e Maurizio Muracchioli – e la cosa principale era passare del tempo insieme al Club Nautico. Si viveva anche 12 ore al giorno al Club durante la bella stagione. C’era spirito di condivisione e confronto. Oggi con gli smartphone a bordo il mondo è cambiato, ma in barca tutto sommato si riesce ancora a limitarne l’uso".