"La Venere, un blitz del Comune". L’Accademia contraria alla scelta

La direttrice Papucci smentisce l’assessore Dazzi: " Totale disappunto sul metodo e sui risultati non condivisi"

"La Venere, un blitz del Comune". L’Accademia contraria alla scelta

"La Venere, un blitz del Comune". L’Accademia contraria alla scelta

"Nessun coinvolgimento efficace, collaborativo e decisionale con l’Accademia per l’installazione dell’opera di Franco Mauro Franchi". Così la direttrice Silvia Papucci replica alle dichiarazioni dell’assessore alla Cultura Gea dazzi che aveva riferito di aver seguito ogni procedura.

"Durante l’unico incontro con Dazzi e la sindaca – scrive Papucci –, finalizzato a una condivisione d‘intenti, è emerso l’argomento della collocazione senza che ne fossi stata in alcun modo informata. Gia in quella sede avevo avanzato serie perplessità riguardo al metodo utilizzato per stabilire la collocazione. Questi dubbi, che toccano il cuore della metodologia di integrazione delle opere d’arte nel tessuto urbano, così delicato della nostra città, non hanno trovato, da parte dell’amministrazione l’attenzione che avrebbero meritato. Mi risposero che ormai si erano impegnati, ed erano in cerca di una passiva e acritica approvazione da parte dell’Accademia. A seguito di mia richiesta di documentazione per poterne condividere i contenuti con colleghi e addetti ai lavori, ci sono pervenute le paginette della proposta di donazione dove non era presente nessun rendering, approvata dalla commissione senza neppure due righe sui criteri utilizzati e le loro intenzioni. Quella che l’assessora indica come ’comunicazione ufficiale’ del 31 ottobre si è rivelata carente di interrogazioni e dettagli necessari a un dialogo produttivo. Tale mancanza ha impedito all’Accademia un contributo partecipativo, e la mancata risposta non deve essere fraintesa come una tacita approvazione o un disinteresse. La decisione è coincisa con un momento di intensa dedizione dell’Accademia al Premio Nazionale delle Arti che ha limitato la nostra capacità di interazione. Ciò non esime dall’obbligo di un processo inclusivo, che non c’è stato. La scelta di inserire un’opera di tale volume ’per espresso desiderio dell’artista’ e aver praticato con un blitz senza un’analisi oggettiva e qualificata ci sconcerta. Queste decisioni necessitano un dialogo aperto a tutti".

Così Papucci, "constatata la poca sensibilità e sentito il consiglio accademico, si augura che in futuro si possa instaurare una collaborazione per una soluzione che onori sia l’impegno degli artisti sia il patrimonio culturale. Nella speranza che questo episodio possa trasformarsi in un’opportunità per rafforzare le corrette sinergie a beneficio di una maggiore condivisione e di una più attenta cura del patrimonio comune, esprimo totale disappunto sul metodo che ha portato inevitabilmente a risultati non costruttivi e non condivisibili".