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La presidente Orietta Colacicco dei Paladini ApuoVersiliesi
L’ampliamento del porto di Marina di Carrara, previsto dal nuovo Piano regolatore, non è di 50mila metri quadrati, come era stato calcolato in un primo momento, bensì di circa 140mila metri quadrati. E’ quanto emerge dall’analisi e dai calcoli effettuati sulle carte del Piano da parte dell’associazione Paladini Apuoversiliesi. "Esaminando la planimetria sinottica del Piano regolatore (tav B1) – afferma la presidente dell’associazione Orietta Colacicco – emerge che la superficie passa dallo stato attuale di 314.488 metri quadrati a 451.875 mq dopo il Piano. Per l’esattezza la variazione è di 137.387 mq per un più 43,7%. Nel dettaglio più 20.626 mq per il commerciale, più 52.750 mq per le crociere, più 10.891 mq per i cantieri navali, più 49.700 mq per l’approdo turistico, più 7500 mq per servizi portuali, più 3075 mq per la pesca e la pesca turismo. Unico segno meno (2300 mq) riguarda l’edilizia demaniale". Alla faccia di quanto sempre dichiarato dall’allora presidente dell’Autorità portuale Mario Sommariva ("non c’è ampliamento") e di quanto affermano ancora oggi amministratori, imprenditori, sindacalisti e politici, soprattutto a Carrara ("solo una razionalizzazione interna").
"Noi vogliamo capire che cosa si persegue in termini di mercato visto che l’ampliamento del porto comporta un investimento di 478 milioni di euro – continua Colacicco –. Anche se abbiamo sempre sentito insistere sull’importanza dell’industria, si vuole ampliare il porto in minima parte per il commerciale, che pesa con i suoi 20.626 mq per il 15% del totale della superficie di 137.387, mentre alle crociere con 52.750 mq è destinato il 38%. Come risulta dalla Relazione generale, la stima totale dei costi per le crociere è di oltre 110 milioni di euro, quando sappiamo che gli accosti quest’anno saranno 21, i passeggeri 21000, tanti quanti possono essere a bordo di 5-7 navi da crociera sino a 285 metri di lunghezza, massimo 300. Le altre navi in porto non possono entrare. Perché per le sue dimensioni il porto di Carrara deve ospitare navi di lunghezza più ridotta e non lo dicono i Paladini Apuoversiliesi, è quanto scritto dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Bisogna chiedersi quale potrebbe essere il ritorno dell’investimento".
Ma in cosa consiste esattamente l’ampliamento? "Guardando alle superfici delle più rilevanti nuove opere singolarmente – spiegano i Paladini – grazie ai nostri soci ingegneri e tecnici che le hanno misurate, possiamo dire, pur con un margine di approssimazione del 10%-15%, che la nuova banchina parallela alla banchina Fiorillo occupa 44.000 mq, l’allargamento della banchina Fiorillo 21.105 mq , il piazzale a nord della Fiorillo e parallelo al piazzale Città di Massa 35.215 mq, il prolungamento del molo di sopraflutto e l’ampliamento della Taliercio 41.896 mq per un totale approssimativo di 140.000 metri quadrati. Come tutto questo possa non avere alcun effetto sull’ambiente, sull’inquinamento acustico, sul traffico, sulle acque, sui dragaggi, sulla manovra, sulla sicurezza, è da capire. Mentre sappiamo che il prolungamento della diga foranea, che è il molo di sopraflutto, di 450 metri porterà senz’altro un incremento dell’erosione, il fenomeno innescato dal porto di Carrara sin dagli inizi della sua realizzazione, che ha distrutto Marina di Massa con 100 metri di spiaggia ’mangiati’, in certi punti anche 160, e che ora si avverte anche a Vittoria Apuana".
"Bisogna fermarsi e dire basta una volta per tutte – concludono i Paladini – abbandonando un sogno, quello dell’ampliamento del porto, che diventa un incubo per tutta l’economia turistica di Massa e della Versilia. Forse è il momento di abbracciare un nuovo sogno, quello del passaggio da porto commerciale con una parte (poca) per il turistico, com’è ora, a porto turistico con una parte per il commerciale che, senza alcun ampliamento, porterebbe sviluppo, maggior lavoro e ricchezza non solo per Carrara, ma anche per tutta la costa. Del resto Francesco III d’Este duca di Modena magari ci ascolta e si consola un po’ perché aveva buttato ben 150.000 fiorini d’oro (una fortuna per l’epoca) per costruire un porto a Marina di Carrara, che non si poteva fare e che fu necessario demolirlo".
Luca Cecconi