
di Maria Nudi
In silenzio nel periodo più critico della pandemia hanno garantito che la popolazione carceraria di via Pellegrini proseguisse nel suo cammino di rieducazione e di riabilitazione portando avanti, nel rigoroso rispetto dei protocolli anticovid l’attività culturale, lavorativa dei detenuti. Protagonisti di questo piccolo miracolo laico sono stati i 124 agenti di polizia penitenziaria della casa di reclusione di via Pellegrini che hanno celebrato con questo risultato, nel cortile di Palazzo Ducale, ospiti del prefetto Claudio Ventrice e del presidente della Provincia Gianni Lorenzetti, il 204° anniversario della Fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Il personale di via Pellegrini, con al vertice due donne, la direttrice Maria CrIstina Bigi e il comandante del reparto Amalia Cucca, hanno raccontato alla città un anno di impegno nello scenario critico del Covid: gli agenti hanno garantito sicurezza e salute pubblica ai 197 detenuti dei quali 81 di naziionalità straniera proseguendo per quanto possibile nell’impiego lavorativo e nelle attività scolastiche. Per altro un gruppo di detenuti ha prodotto le mascherine chirurgiche certificate per gli istitutui di pena e per, grazie ad un accordo con l’Asl, per l’Asl. Una attività che è stata svolta con il massimo impegno. Il personale ha fronteggiato per altro senza particolari problemi 8 aggressioni tra detenuti, ha sventato tre tentativi di suicidio, è stato impegnato in un paio di soccorsi dimostrando sempre attenzione, professionalità e umanità. Nessuna ribellione, nessun episodio fuori le righe e i rapporti con i familiari sono stati mantenuti a distanza. Un anno quindi positivo e un autunno che si prospetta, come ha sottolineato il prefetto Claudio Ventrice, all’insegna di progetti e di iniziative finalizzate alla rieducazione e alla cultura.
Per gli agenti della polizia penitenziaria di Massa c’è stato il ringraziamento e l’abbraccio della città e delle autorità partendo dal messagio del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del ministro della giustizia Marta Maria Cartabia e della scala gerarchica del corpo. Gratitudine profonda è stata espressa dalle parole, commosse, di Amalia Cucca e di Maria Cristina Bigi per concludersi con il grande grazie del prefetto Claudio Ventrice " Questa cerimonia in presenza è simbolo di speranza e di ripartenza dopo il periodo difficile della pandemia", ha detto il prefetto Ventrice. Il percorso scolastico ed percorso lavorativo fanno della casa di reclusione di via Pellegrini un carcere moderno dove l’integrazione tra detenuti italiani e stranieri è garantita anche dai menù culinari. Nel corso della cerimonia che è inziata con l’Inno di Italia, sono stati ricordati i caduti e sono state consegnate le onorificenze agli agenti che si sono distinti in particolari interventi.