"E’ stato l’anno più nero per Sanac, peggiore della crisi Covid nel 2020: fatturato crollato di quasi il 40%, vendite di fatto dimezzate rispetto al 2021 e il numero dei dipendenti dello stabilimento di Massa è ora sceso sotto le 100 unità. Questo lo scenario in cui ci muoviamo e su cui deve intervenire il Governo il prima possibile con un imperativo su tutti: far ripartire gli ordini dall’ex Ilva di Taranto in mano ad Acciaierie d’Italia di cui lo Stato è socio tramite Invitalia. E’ il dato che emerge con chiarezza dalla quarta relazione trimestrale dell’andamento economico di Sanac trasmessa dai commissari al Governo". A parlare è il segretario della Uiltec Toscana Nord, Massimo Graziani, che prende il documento pubblico e mette in fila i numeri tracciando un’analisi sindacale della vertenza Sanac. "L’ultima relazione trimestrale ci dà la dimensione di quello che è stato l’anno per il gruppo. I ricavi di vendite e prestazioni sono scesi a circa 53 milioni di euro, soprattutto refrattari, con un calo del 38,1% rispetto allo stesso periodo del 2021. Per quanto riguarda la quantità di prodotti venduti, poi, il calo è stato enorme: 41mila tonnellate rispetto alle 81mila registrate al 31 dicembre 2021, con un crollo pari al 49%. Dato peggiore dell’anno del Covid quando comunque si era arrivati a quasi 6mila tonnellate. La produzione di refrattari si è fermata a poco più di 40mila tonnellate mentre nel 2021 erano state 74.500".
Risultati economici che si riflettono su quelli occupazionali perché i commissari registrano su Sanac una forza lavoro complessiva di 302 dipendenti "con un decremento di 6 unità rispetto al trimestre precedente, in cui erano 308". "Su Massa – prosegue Graziani – siamo andati sotto le 100 unità: al momento ci sono 96 dipendenti, di cui 15 impiegati. Nel frattempo si continua a fare ricorso alla Cassa integrazione straordinaria, stabilita fino al 31 ottobre 2023, con pagamento diretto da parte dell’Inps e a fine anno, come riportano i commissari, l’ammontare delle ore di sospensione in Cigs è stata pari al 40,03% delle ore lavorabili. E’ quindi evidente che dobbiamo proseguire sulla strada dell’unione del gruppo: una vendita separata degli stabilimenti sarebbe un disastro per tutti – conclude Graziani – e che tutto è nelle mani del Governo che deve far ripartire gli ordini da Taranto quanto prima e se possibile reinserire Sanac all’interno della filiera italiana dell’acciaio in sinergia diretta con Acciaierie d’Italia".