di Daniele Rosi
Utilizzare l’arte come spunto di riflessione e strumento introspettivo. Un viaggio alla riscoperta dei propri pensieri con la scultura nel ruolo di principale attore e, allo stesso tempo, mezzo con cui far viaggiare la mente. E’ l’ambizioso progetto che si è posto l’artista turco Umit Turgay Durgun, che da ieri pomeriggio fino al prossimo 6 dicembre mostrerà la sua installazione "Bastet" in piazza Battisti al Caffè Animosi. Una maxi scultura rappresentante il famoso gatto della mitologia egiziana e parte di un progetto di arte urbana a cura di Filippo Rolla, che in città aveva portato recentemente "Mr Arbitrium" di Emanuele Giannelli. Venerdì pomeriggio davanti a tanti curiosi, il curatore insieme al giovane artista turco hanno svelato e spiegato le idee dietro il progetto artistico, proprio a fianco di questo enorme gattone che per qualche settimana svetterà su tutta la piazza. L’incontro, moderato da Marzia Dati del Dickens Fellowship, si è aperto con il saluto del sindaco Francesco De Pasquale, che ha commentato con favore l’iniziativa lodandone l’idea e il risultato finale.
Un lavoro che ha richiesto tempo per essere realizzato ma che, alla fine, ha trovato la sua collocazione proprio nel cuore della città. "Il gatto nasce con l’obiettivo di dialogare con il territorio e con l’essere umano - ha spiegato il curatore Filippo Rolla - per creare un confronto e un’analisi di ognuno di noi con la propria esistenza. Possiamo osservare il gatto oppure interagire con lui, dialogarci, perdendo la concezione dello spazio e del tempo che è proprio l’intento per cui è stato pensato. Bastet racconta la storia dell’antico Egitto – prosegue Rolla – e genera una consapevolezza nell’osservatore e induce a varie riflessioni sul senso della vita e il confronto tra sintonia e contrapposizione".
La maxi scultura ha richiesto due anni di lavoro e vari spostamenti in giro per l’Europa, partendo dalla lontana Turchia per arrivare nel centro storico di Carrara. Particolarità di Bastet è la possibilità di entrare al suo interno grazie a una porta creata appositamente dall’artista. Uno spazio in cui il mondo con i suoi problemi va lasciato fuori, concentrandosi nel silenzio e nella quiete sul proprio io. "Mi piace definire questa installazione un sarcofago - racconta Umit Turgay Durgun - ma non con la concezione negativa che siamo abituati ad attribuirgli, bensì con un nuovo significato positivo di riflessione e introspezione. Negli ultimi tre giorni ho notato un grande interesse delle persone per Bastet che si sono fermate a fare foto e guardarlo attentamente. Avevo iniziato il progetto nel 2018 – ammette – poi per la pandemia le cose si erano un po’ fermate. Ho voluto fortemente mostrare la scultura in città perché lavorando qui da molti anni, ritenevo giusto farla conoscere al territorio che mi ha dato così tanta fiducia".
Bastet rimarrà in piazza Battisti fino al 6 dicembre, per poi ripartire con destinazione oltreoceano in Florida, negli Stati Uniti. Il rapporto artistico tra la città apuana e Umit non terminerà però in quella data, perché in cantiere ci sono già nuove idee dell’artista per portare nuova arte tra le strade del centro. "Sono affascinato dalle prime civilizzazioni e l’anno prossimo, se il comune darà il permesso, mi piacerebbe organizzare una nuova mostra con altri pezzi, alcuni dei quali ispirati al popolo della Mesopotamia. Vorrei farlo qui e a Seravezza, che è un altro luogo che mi ha dato tanto proprio come Carrara"
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