
L’appello "Aiutate il sogno del Teatro di terra"
Il Teatro di terra cerca fondi per nascere. Un appello per completare la struttura di vicolo San Pietro 13c a Carrara, e completare il lavoro. Le mura di terrapaglia nate dalla passione per la recitazione sono lì ma rimangono incomplete. Mancano meno di 18 giorni alla chiusura del crowdfunding e la cifra non arriva a 2mila euro ma l’obiettivo sono 6mila. L’ideatrice del progetto Soledad Nicolazzi ce la sta mettendo tutta, tra eventi, serate e fiabe cantate. Prova ad accendere una nuova luce apuana, quella che manca: un teatro nato per il popolo "dove proporre attività alla città come spettacoli, laboratori e incontri sull’ambiente – spiega l’attrice, regista e formatrice teatrale – , un luogo nuovo nato dalla terra".
"Stiamo cercando un’impennata delle donazioni perché anche raggiungendo i 6mila euro saremmo solo al 10 percento di tutto l’investimento, ma comunque è una cifra che ci aiuterebbe molto – spiega Soledad Nicolazzi –. Per questo l’8 marzo per la festa della donna alle 18.30 nel vicolo antistante il teatro abbiamo organizzato un evento insieme al Coro popolare politico con voci femminili, poi brevi letture, sempre in strada. A seguire la raccolta fondi che riproporremo il 15 marzo al Circolo dei Baccanali quando la cena finale del crowdfunding chiuderà un percorso e lì tireremo le somme con la possibilità di aprire una nuova raccolta".
Cercano sostegno i ragazzi del Teatro di terra, fanno quello che sanno fare meglio: recitare. Già a febbraio avevano portato in scena la ‘Zazzarona’ una fiaba del teatro delle ombre al calar del sole, molto partecipata. Ma non basta perché l’obiettivo è lontano e manca troppo poco. "Avevamo da parte una piccola somma di denaro, ma in corso d’opera la spesa è lievitata – aveva spiegato la ragione della raccolta fondi l’ideatrice – anche perché il tetto del capannone era tutto in amianto e lo smaltimento ha richiesto circa 5mila euro". Ma insieme al suo compagno, Matteo Serafin, vuole arrivare all’obiettivo: quel palco deve ospitare gli artisti e, in un modo o nell’altro, il sipario si deve aprire.
Un progetto fatto di capitale umano con addirittura "volontari che si sono presentati in cantiere per apprendere le tecniche di bioedilizia e la costruzione con terrapaglia". "Poi c’è chi ha portato qualcosa come il parquet oppure un lavandino – racconta – , in tanti ci danno una mano e chiediamo di continuare ad aiutarci".
Nel vicolo i disegni del progetto sono quelli dell’architetto Mariagrazia Contarini e i materiali sono eco-compatibili, uniti dalla tecnica del Torshì. Solo le fondamenta sono in cemento, il resto della struttura è legno, le intercapedini tra un pilastro e l’altro sono riempite con paglia pressata e terra, un’antica tecnica molto utilizzata in Francia. La terrapaglia viene inserita anche sotto alle tegole per coibentare poi il tutto sarà certificato dai tecnici sul fronte sismico e ignifugo. Uno spazio recuperato dove prima c’era un vecchio capannone ma che ora ha bisogno come non mai dell’aiuto di tutti. "Chiediamo alla cittadinanza di darci una mano collegandosi al sito produzionidalbasso.com e cercando il nostro progetto" conclude Soledad, ideatrice del progetto insieme alla collega Dalia Padoa.