
di Daniele Rosi
Dagli anni cinquanta al servizio del cliente. La lunga storia del bar pasticceria Arlecchino corre di pari passo con quella della città, evocando ricordi di un passato che non esiste più, quando le strade erano affollate e il centro storico pulsava di abitanti. Nella galleria di via Roma, dove il bar aprì nel 1955, molte cose sono cambiate; ma alcune storiche attività sono ancora lì, proprio come il bar Arlecchino, pronto ogni mattina a sfornare le sue paste e preparare il caffè o l’aperitivo. "Il bar è stato inaugurato il 31 marzo 1955 dai miei genitori, Mario Benedetti e Vittoria Capocchi – racconta la figlia Manuela Benedetti (nella foto a destra con Alessandra Sergiampietri)– dopo aver comprato il fondo con il piano terra più il soppalco. A quel tempo la galleria era ancora in costruzione e non aveva l’aspetto che vediamo oggi. Erano gli anni in cui Carrara iniziava a espandersi e nuove attività sorgevano alla base dei palazzi, così come è stato per il nostro bar o per altre attività storiche qui in galleria". A quel tempo non erano molti i bar aperti in città tranne qualche piccola eccezione e "l’Arlecchino", così come da sempre viene chiamato dai carraresi, rientra in queste storiche attività, riuscite nel corso del tempo a ritagliarsi uno spazio importante nel cuore della comunità, diventando oltre che bar, anche un punto d’incontro e di dialogo. "In quegli anni oltre a noi c’erano già il bar Caflisch e quello del Nazionale, che all’epoca però faceva solo gelati – prosegue Manuela Benedetti sfogliando l’album dei ricordi – e per il nostro bar fu mio padre che scelse il nome Arlecchino. Il desiderio era dargli un nome allegro, divertente e festaiolo, che richiamasse tutte quelle cose che una persona deve provare quando si siede al tavolo di un bar e stare bene. Dagli anni sessanta agli anni ottanta è stato il periodo migliore – sostiene la titolare – con tante persone ad animare le strade e tante persone anche nel bar". Con il passare dei decenni non è stata solo la città a cambiare, ma anche il gusto dei clienti del bar Arlecchino, costretto a un’evoluzione nel modo di lavorare e nei prodotti da offrire, cercando sempre di rimanere il più possibile al passo coi tempi. "Il lavoro è cambiato molto con il passare degli anni – spiega la titolare – e se anni fa la preferenza era per superalcolici, vino o whisky, adesso i gusti sono diversi e si cercano cose più semplici. Il nostro bar era famoso per ‘l’aperitivo segreto’, così chiamato perché piaceva a tutti ma nessuno capiva quali fossero gli ingredienti. Un tempo si sedevano qui artisti, pittori e scultori di passaggio da Bessi; tra i nostri clienti occasionali anche lo scultore britannico Henry Moore, Philippe Daverio e lo scultore Arturo Di Modica famoso per la statua del ‘Toro di Wall street’ a New York". Ancora oggi il bar Arlecchino rappresenta un punto di riferimento per tutti i clienti, che appena possono, si siedono fuori nei tavoli in galleria o anche per due chiacchiere con il personale. "Oggi riceviamo molti apprezzamenti per il caffè e la pasta al riso – racconta Manuela Benedetti – e da qualche anno ci stiamo dilettando nella preparazione di panettoni artigianali che stanno riscuotendo molto successo. Ringrazio Alessandra Giampietri, Sabrina Valli e Eleonora Ambrosini che fanno parte della squadra, più tutti gli altri che si dedicano anima e corpo al bar".