
di Giulia Frigerio
Matteo Arfanotti ha conquistato i “Dead can Dance”: l’artista ha realizzato l’opera che compare su tutti i poster dell’ultimo tour organizzato dalla band. Un gruppo formato insieme a Brendan Perry da Lisa Gerrard, la celebre voce della colonna sonora de Il gladiatore. Le date dei prossimi concerti del gruppo, dopo il rinvio causato dalla pandemia quest’anno, sono state annunciate dagli accattivanti poster, pensati dall’artista e body painter originario di Sarzana e che ora vive a Fosdinovo. "È stata una grande sorpresa anche per me – racconta Arfanotti – vedere il mio dipinto utilizzato come copertina per i prossimi tour in tutto il mondo dei Dead Can Dance, una band che ho sempre ammirato".
La sorprendente collaborazione ha visto il coinvolgimento dell’artista a partire dal 2014, momento in cui è stato contattato dall’agenzia del gruppo musicale anglo-australiano, la Key Music Management Ldt. di Manchester. "Inizialmente mi hanno informato della volontà, da parte di una delle band che gestiscono, di utilizzare una mia opera come copertina per il nuovo album – continua Arfanotti – Ho subito risposto di sì e quando ho scoperto che l’album in questione era proprio dei Dead Can Dance non ci potevo credere".
Galeotto, in questo caso, un dipinto sul tema del peccato originale, che ha fatto scattare la scintilla fra l’artista e la band, che condividono idee e anche fonti di ispirazione. Quest’ultima infatti scaturisce, in entrambi i casi, dalla tradizione antica, che viene rielaborata in arte e musica, secondo le loro, affini, sensibilità. Sette anni fa, però, il progetto è andato in fumo e l’artista non ha saputo più niente. Poco tempo fa, del tutto casualmente, per Arfanotti la piacevole sorpresa: ha visto il suo dipinto, intitolato "Simbiosis", come sfondo per le date del tour europeo, che comprende anche alcune tappe in Italia. L’opera in questione, suggestiva quanto immediatamente capace di suscitare emozioni in chi la osserva, è la variazione su un tema molto caro ad Arfanotti.
"Si tratta di due figure che si uniscono per formarne una sola – spiega l’artista – una donna e un uomo, di profilo, vanno a formare un viso unico. È un tema sul quale lavoro da circa vent’anni e ogni tanto ne ripropongo una versione diversa". Il suo tipo di pittura, spiega, è molto legato alla terra della Lunigiana e fra i soggetti preferiti sicuramente la figura femminile occupa un posto importante nella poetica di Arfanotti, abile nel coniugare lo spirito della natura del territorio che lo ispira con quello della contemporaneità. "I DCD si rifanno molto alla musica antica – nota Matteo – e alle espressioni che hanno le loro radici in tempi lontani. Credo che la parte più difficile, in questo lavoro di riscoperta, sia mantenere un carattere contemporaneo pur prendendo spunto dalla storia e dalla tradizione". Un tipo di lavoro che lo stesso artista porta avanti, nel declinare il passato della Lunigiana secondo le proprie esperienze e stati d’animo, per creare ogni volta delle opere uniche.