
Creativi da tutta Italia si sono incontrati per tre giorni la scorsa settimana alla ‘Residenza artistica’ di Montignoso, per la 14ª edizione della festa antifascista che anche quest’anno si è svolta alla casa rossa di Montignoso. Un’occasione per dare libero sfogo al loro estro, dipingere, lavorare, modellare, creare opere d’arte in città. "Sono arrivati dopo un nostro appello online da Bologna, Milano, Genova ma molti anche dalla provincia – spiega Elia Buffa promotore dell’iniziativa – . Nei quattro giorni di permanenza hanno realizzato due murales al muraglione dell’Opa, uno in via Castagneta, quattro all’interno dello spazio della casa ma anche installazioni artistiche sul tema delle cave di marmo, performance di teatro e musica". L’idea della residenza prende forma dall’obiettivo che oltre a creare possa nascere un momento per stare assieme, ‘contaminarsi’ grazie all’arte e regalare un po’ di colore ai muri grigi della città.
"Abbiamo dato alcuni temi da seguire, che riprendessero le battaglie del nostro territorio – prosegue Buffa – fra gli artisti che hanno partecipato sicuramente spicca il nome del Volks Writers, crew milanese di street artist attivi dal 2001, ma anche il nostro concittadino Luca Marchini che recentemente ha realizzato diversi murales nel quartiere periferico di Castagnara anche li, grazie all’arte ha dato nuova vita a luoghi abbandonati della nostra città. Bellissima l’installazione del blocco di marmo con le ali di “Giovani Pascoli”, un blocco che vola via e non tornerà mai più, grande più di tre metri in cartapesta che oggi sorvola lo spazio della casa rossa".
Il murales all’Opa vuole essere un messaggio di speranza e di felicità, prosegue: "Ho realizzato personalmente il murales all’Opa raffigurante un bambino fra mille fiori che sbocciano. Quel muro per noi che viviamo in questa provincia è sempre stato pieno di scritte per i nuovi nati, mi piaceva realizzare quindi un murales che riprendesse l’idea che ho di quel muro, l’importanza di quell’ospedale, del servizio sanitario nazionale. Penso poi si sposi bene con il murales a fianco, che recita “Fermiamo la devastazione”, intesa come l’estrazione selvaggia del marmo, fermiamo la devastazione per noi, per il territorio e l’ambiente in cui viviamo ma anche e soprattutto per chi verrà domani".
Visti i murales dei giovani artisti molti hanno fatto i complimenti, un signore in bici si è fermato, li ha ringraziati e si è offerto di pagare gli spray, ma i writers hanno rifiutato perché vogliono contare solo sulle loro forze e risorse. Nessuno scopo di lucro in quello che fanno, si autogestiscono, senza sponsor, spinti solo dalla voglia di fare arte, “di colorare la città grigia _ hanno spiegato_ e per lanciare, grazie all’arte, messaggi importanti”.
Cristina Guala