L’impatto dell’attività estrattiva sui fiumi e le sorgenti delle Alpi Apuane diventa oggetto di studio di ‘Source International’, una organizzazione non governativa che lavora con le comunità locali soprattutto sui temi che riguardano l’inquinamento dell’ambiente e i problemi di salute generati in particolare dalle industrie estrattive. Un profilo che ben si sposa con quello che potremmo definire il ‘caso Alpi Apuane’, dove si estrae marmo da centinaia e centinaia di anni ormai ma con ritmi che negli ultimi decenni secondo le associazioni ambientaliste sono diventati insostenibili: le nuove tecnologie consentono infatti di strappare grandissime quantità di materiale in poco tempo e impiegando sempre minor personale.
"Da anni – scrivono gli organizzatori - volevamo conoscere più da vicino il caso e metterci a supporto della causa portata avanti da decine e decine di realtà locali che si battono con ogni mezzo contro la distruzione delle Apuane e il deterioro dell’ecosistema. Abbiamo lanciato questo progetto di scienza partecipata con cicli di formazioni e uscite sul campo per cittadini e associazioni, collettivi, organizzazioni locali per monitorare la qualità delle acque del bacino del fiume Lucido e del fiume Frigido impattati dalle attività di cava".
Il progetto – specificano - vuole valutare la qualità delle risorse idriche, inclusi fiumi, acque sorgive e acque sotterranee, nelle Alpi Apuane, impattate dall’inquinamento delle cave di marmo. "Monitoreremo la qualità dell’acqua per cinque mesi, da luglio a novembre 2023, nei bacini idrici del fiume Lucido e Frigido. Attraverso il coinvolgimento diretto di 40 cittadini, sensibilizzeremo sui rischi dell’inquinamento delle cave di marmo su questo fragile ecosistema lavorando, grazie ai dati raccolti sul campo, su delle campagne di advocacy per chiedere la chiusura delle cave di marmo all’interno del Parco delle Apuane e per affrontare con urgenza la questione della gestione della marmettola".
Più di 10 comitati locali, associazioni e movimenti ambientalisti saranno coinvolti nel progetto. Il progetto ha una durata di 6 mesi con 2 corsi di formazione e 5 visite sul campo. Il progetto condividerà pubblicamente tutti i dati raccolti rispetto ai diversi indicatori chimici e fisici di qualità dell’acqua come torbidità, conducibilità, pH, solidi totali disciolti e concentrazioni di metalli pesanti, nel bacino del fiume Lucido e Frigido sulla base di attività di monitoraggio a lungo termine. Il periodo di campionamento è fondamentale per coprire il periodo estivo-autunnale (luglio 2023-novembre 2023), osservando l’influenza della siccità stagionale e delle precipitazioni sui diversi gradi di inquinamento. Tutti i dati ambientali saranno disponibili sul sito attraverso report mensili e una pubblicazione scientifica finale. I dati saranno caricati su una mappa interattiva per garantire il libero accesso.
Il programma è ben delineato: giovedì 20 luglio sarà presentato il progetto e i partecipanti durante un incontro pubblico al centro giovanile San Carlo Borromeo di Massa alle 20.30. Venerdì 21 luglio formazione aperta alla cittadinanza e ai comitati, sempre al centro giovanile e alle 20.30. La seconda formazione il 28 luglio, non cambiano luogo e orario. Poi il 29 e 30 luglio la prima uscita sul campo: sabato 29 il monitoraggio del bacino del Lucido, domenica tocca al Frigido. Seconda uscita sul campo il 19 e 20 agosto, poi si repete il 16 e 17 settembre, 14 e 15 ottobre e il 4 e 5 novembre.