REDAZIONE MASSA CARRARA

Le battaglie tra storia e passione: "La mia guerra? È solo un gioco"

Sergio Massa: "Le ricostruzioni di scontri stimolano i giovani ad approfondire i loro studi". L’intervista dagli alunni del Laboratorio di Giornalismo della scuola media “Moroello Malaspina”.

Le battaglie tra storia e passione: "La mia guerra? È solo un gioco"

Anche i “grandi” giocano. Questo testimonia il gruppo “Mad Elite Wargamers” (che potremmo tradurre “pochi e folli amanti dei giochi di guerra”) che da anni organizza battaglie simulate un po’ per divertimento e un po’ per amore della storia. "A noi piace solo la guerra simulata – precisa Sergio Massa, cinquantenne, esponente dei “Mad Elite Wargamers”, da noi intervistato – dove nessuno muore. Non quella vera".

Quando sono nati i giochi di guerra?

"Gli scacchi, di fatto, sono già un gioco di guerra. Si può dire che i moderni wargame nascono nell’Ottocento come evoluzione del gioco degli scacchi: non ci si accontentava più di un’astrazione su un piano di gioco di 64 caselle, ma si voleva riprodurre un vero terreno di battaglia e un vero esercito".

Cosa serve per giocare?

"Possono bastare una mappa cartacea, pedine che simulano le truppe e un dado, di norma a sei facce. Se si ha un po’ di denaro e di tempo da investire, si possono anche usare soldatini di plastica o di metallo, personalizzati e dipinti dagli stessi giocatori, che si muovono su uno scenario tridimensionale costruito in modo artigianale". Quanto dura una partita?

"Una partita può durare alcune ore, ma può arrivare anche ad alcuni mesi. Per esempio quest’estate abbiamo ricostruito su uno scenario tridimensionale di 5 metri per 3, la famosa battaglia di Gettysburg fra nordisti e sudisti, uno degli episodi più famosi della guerra civile americana. Giocando due giorni alla settimana a partire da luglio per almeno quattro ore al giorno, alla fine dell’estate abbiamo portato a termine solo una delle tre giornate in cui si svolse storicamente la battaglia".

Le ricostruzioni delle battaglie sono fedeli alla storia?

"Noi studiamo la documentazione relativa alla battaglia sui libri o sui siti di storia. Il bello è che, giocando, non è detto che il risultato finale sia fedele al dato storico: ciò che è fedele è la ricostruzione delle forze in campo e del campo di battaglia".

Quali battaglie importanti avete ricostruito?

"Oltre a quella di Gettysburg, che ci ha impegnato per anni, abbiamo ricostruito lo scontro tra l’ammiraglio Nelson e la flotta napoleonica a Trafalgar. Ora, personalmente, sto studiando la battaglia di Zama tra Scipione l’Africano e Annibale".

Pensa che questi giochi possano stimolare lo studio della storia? "Certamente, perché partendo dalla ricostruzione di una battaglia si finisce per conoscere più a fondo l’organizzazione militare, le divise, le armi, ma anche i valori e la politica di un determinato periodo storico".