REDAZIONE MASSA CARRARA

Le richieste degli ambientalisti

Le varie sigle scrivono al governatore Gian e chiedono attenzione

"Giani vigili su quello che fanno i Comuni in materia di cave". E’ lunga la lettera che numerose associazioni del nostro territorio tra le quali Italia Nostra, Cai, Grig, Apuane libere, Amici della Terra e La pietra vivente hanno indirizzato al presidente della Toscana chiedendo attenzione sulle cave per evitare che si ripeta anche qui un ‘caso-concerie’. "Oggi – dicono gli ambientalisti – con i Pabe assistiamo alla riapertura e all’ampliamento di decine di cave chiuse, dismesse rinaturalizzate e ferme dal 1980. Tutto ciò all’interno di un’area di pregio ambientale e all’interno del Parco che, in quanto Geoparco Unesco, dovrebbe limitare l’attività estrattiva, non implementarla. A quanto pare, invece, sia i Comuni sia il Parco dichiarano, tra le finalità, la protezione e l’incremento dell’attività estrattiva". Si tratta di un evidente ossimoro per le associazioni che ora hanno scritto a Eugenio Giani perché si faccia garante del rispetto di tutte le procedure necessarie a garantire la tutela del tesoro naturalistico delle Alpi Apuane. "Al presidente – scrivono Italia Nostra e le altre associazioni – chiediamo di vigilare sui procedimenti di Via sia del Comune di Carrara che, con la scusa della Vas del Pabe, non sottopone a Via le attività di cava, sia del Comune di Massa, che risulta privo di strutture tecniche dedicate, sia dei Comuni della Garfagnana e della Versilia, che aprono cave nei territori di uso civici".