Di chi è l’arte? Di chi la fa, di chi la vede o di chi la compra? Per i writer è di tutti quelli che la guardano e per questo dipingono in luoghi in cui le loro opere siano il più possibile visibili: muri, treni, metropolitane. Keith Haring, uno dei pittori più noti, agli inizi dipingeva nelle metropolitane, dopo essersi nascosto nei bagni e averne aspettato la chiusura. Con la pittura nera stesa sui cartelloni pubblicitari creava un fondo su cui disegnava con i gessetti bianchi e per questo fu arrestato varie volte. Tramite i suoi omini stilizzati, ispirati ai cartoni animati, riuscì a diffondere messaggi importanti, come quelli contro il razzismo o l’Aids. Un altro famoso artista che è convinto che l’arte debba essere visibile a tutti è Banksy. Non si sa chi sia, forse perché dipinge le sue opere illegalmente, in genere nelle periferie degradate, per attirare l’attenzione su temi che vanno dalla denuncia della guerra all’inquinamento, dalla critica dei politici alla presa in giro della società. A Venezia è apparso come venditore ambulante, esponendo quadri che mostravano il passaggio delle navi da crociera nei canali veneziani, per criticarne gli effetti sulla laguna. Si può dire che, con più visibilità, l’opera di un autore diventa di tutti.
CronacaL’esempio delle navi di Banksy