
L’ex base Nato, chiusa 25 anni fa, sarà la ’porta del cielo’ del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Parliamo dell’ex base Nato di Monte Giogo, 1520 metri d’altezza sull’Appennino, nel territorio del Comune di Comano, punto d’osservazione e di ascolto strategico sullo scacchiere del Mediterraneo. Ha svolto un ruolo importante durante la ’guerra fredda’ fra mondo occidentale e blocco sovietico. Una base sempre battuta dal vento e, da ottobre a maggio, immersa fra neve e ghiaccio. Sulla cima della montagna le sue gigantesche parabole sono ben visibili da tutta la Lunigiana.
"Era la stazione Skatter ’Livorno Station’, codice Nato Imxz, che dipendeva dal Quartier generale della Nato a Napoli – ricorda Ersilio Brugnoni, 79 anni, originario di Venarotta (Ascoli Piceno), maresciallo aiutante del reparto Trasmissioni dell’Esercito Italiano – e io ne sono stato per 30 anni il responsabile, sia della stazione che del personale, fino al 13 febbraio 1996, giorno della definitiva chiusura".
Da quel momento è iniziato il declino del centro, preda di oblio e vandalismo. Il Comune di Comano sta correndo ai ripari. "Stiamo portando avanti un programma – dice il sindaco Antonio Maffei – affinchè l’ex base Nato di Monte Giogo, di proprietà del Demanio, passi nell’imminente futuro in concessione al Parco nazionale dell’Appennino, che a nostro giudizio ha la potenzialità sotto ogni profilo di poter trasformare questo luogo in un centro di testimonianza di un’epoca dai trascorsi difficili per il cammino dell’uomo, punto di attrazione turistico-culturale di grande interesse".
"E’ in corso una pratica amministrativa – conferma Fausto Giovannelli, presidente del Parco – per ottenerla in concessione dal Demanio. Siamo sulla buona strada per arrivare alla meta e credo veramente che la cosa si concretizzerà. C’è da dire che, sul versante emiliano, da parte del Demanio abbiamo già in concessione vasti tratti di territorio che sono limitrofi a Monte Giogo". Le prime mosse sono già delineate: "Sicuramente – continua Giovannelli – uno dei primissimi interventi da attuare è la strada che conduce fino alla vetta, che ovviamente risente della mancata manutenzione da decenni; la ristemazione della strada è un intervento vitale da portare a termine al più presto se si vuole giungere lassù, autentico punto di osservazione semplicemente straordinario dove la vista spazia dall’Appennino,il lago del Lagastrello sullo sfondo, alle Apuane, il Golfo di La Spezia, la costa ligure fino alle Alpi Marittime e nelle giornate limpide e terse, si può scorgere perfino il Monte Baldo".
E dell’ex base Nato che ne sarà? Diventerà un ’Museo della Guerra Fredda’? "Il termine potrebbe essere confacente – risponde Giovannelli – dato che questo luogo è stato veramente un avamposto di prima linea al tempo dei due blocchi contrapposti. Però, al momento, vista la strordinaria bellezza di questa cima e del suop panorama, si potrebbe chiamare anche la ’Porta del Cielo’. E’ il termine che il mio cuore,i miei occhi, il mio spirito suggeriscono di usare".
Roberto Oligeri