In soli 5 anni nella provincia sono andati in fumo oltre 190 ettari di bosco per cause diverse. Fondamentale dunque la prevenzione, soprattutto per quello che riguarda le attività agricole forestali. Per questo l’Unione di Comuni e il Distretto rurale della Lunigiana hanno promosso, ieri pomeriggio, al castello di Terrarossa, un incontro formativo con gli esperti, per fornire consigli utili a prevenire gli incendi boschivi. I saluti iniziali sono stati affidati al sindaco di Licciana Nardi Renzo Martelloni e a Vittorio Marcelli, vicepresidente del Distretto rurale della Lunigiana. Nel vivo del tema è poi entrato Andrea Albertosi, referente territoriale Antincendi boschivi di Massa Carrara.
"Gli incontri che stiamo promuovendo – ha esordito – fanno parte di un progetto di sensibilizzazione della Regione Toscana rivolti al mondo rurale. Occorre consultare la normativa regionale per l’attività di accensione dei fuochi, di norma consentita in diversi periodi l’anno, ma in assenza di vento e in spazi vuoti e ripuliti. Vige divieto assoluto dal 1 luglio al 31 agosto, salvo proroghe, ma possono esistere ulteriori divieti anche in altri periodi dell’anno, considerati a rischio".
La Regione Toscana ogni giorno emette un bollettino di rischio incendi, consultabile online. Ha sottolineato l’utilità per le aziende di adeguare i dispositivi e rispettare le norme antincendio, nei campi di prestare attenzione all’utilizzo di macchinari e attrezzi agricoli che possono produrre fiamme libere. Utile anche dotarsi di spazi difensivi attorno a casa propria, prendendosi cura della vegetazione, evitando la presenza di alberi in continuità con il bosco. "Resta il problema dei terreni incolti, dove la propagazione di un incendio boschivo può aumentare notevolmente la propria velocità, per la presenza di più materiale" ha rimarcato.
Il maresciallo dei carabinieri forestali di Massa, Vaniescka Tani, come referente del Nucleo informativo Aib, ha poi tracciato una mappa degli interventi svolti negli ultimi anni . "Tra i nostri compiti – ha detto – ci sono la sorveglianza e il controllo a scopo preventivo, anche nelle aree boscate, l’analisi delle cause degli incendi boschivi, la perimetrazione delle aree interessate dal fuoco, attività di controllo della circolazione fuoristrada e anche attività investigativa".
Le sanzioni amministrative vanno da 60 a 360 euro il per mancato rispetto delle regole nei periodi non a rischio, da 120 a 720 euro nei periodi a rischio, o da mille a diecimila euro nei periodi a rischio nelle aree boscate di alcuni comuni, come la maggior parte di quelli lunigianesi. Nel 2023 sono state 11 le sanzioni elevate in periodi a rischio, 23 in periodi non a rischio, soprattutto per abbruciamenti residui in spazi non puliti e per mancata sorveglianza. Sono stati 174 gli incendi boschivi dal 2019 al 2023 in provincia, i più numerosi nel 2022 e hanno coinvolto oltre 190 ettari di bosco. Tra le cause soprattutto le pratiche agricole e forestali, ma anche il rinnovo del pascolo o l’utilizzo errato di strumenti lavorativi". Monica Leoncini