REDAZIONE MASSA CARRARA

Liberazione e speranza: "La Resistenza ci ha dato dei valori universali"

Ieri mattina a Fivizzano la cerimonia provinciale per festeggiare l’anniversario. Giannetti: "Fu la fine di un incubo". Relatrice ufficiale la direttrice Pini.

La deposizione di corone e il sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti (Fotoservizio Pasquali)

La deposizione di corone e il sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti (Fotoservizio Pasquali)

"Quel momento storico, il 25 aprile di 80 anni fa, ci ha ridato la speranza: era la fine di un incubo. Oggi come allora, festeggiare quella libertà ci consente di sperare ancora. Specie in un territorio come il nostro, che fu testimone dell’epica battaglia sulla Linea Gotica". Il sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti ha accolto con orgoglio la cerimonia per l’anniversario ’tondo’ del 25 aprile, in piazza Medicea. Un evento simbolico e reale, oggi più che mai, mentre "spirano venti drammatici, di guerra, nelle complicate relazioni internazionali – ha aggiunto – Oggi, il pericolo di rivivere le atroci esperienze del secolo scorso è concreto. E i valori universali tramandati da chi ha fatto la Resistenza (libertà, giustizia, tolleranza, solidarietà) sono presupposti irrinunciabili per garantire la pace. Abbiamo l’urgenza di riconoscere l’esempio di chi ci ha preceduto, salvaguardarne il merito nella storia italiana". L’orazione ufficiale è stata pronunciata da Agnese Pini, direttrice di Qn La Nazione e degli altri quotidiani del gruppo Monrif, che ha definito il 25 aprile la "giornata più importante, la più irrinunciabile e fondante del nostro Paese e di tutto quello che siamo. L’Italia che conosciamo non esisterebbe senza. La Liberazione è avvenuta in primavera. Una coincidenza? Forse. Ma fortunata. Primavera porta con sé un simbolo: è ’vera’, verità. Non esiste libertà senza di essa. Così come non esiste la libertà senza la pace, come la pace non esiste senza la giustizia. Ci sono parole che compongono il nostro Dna di europei, di italiani: verità ma anche libertà, pace, giustizia. Mentre il mondo è su un piano inclinato, con l’Italia e l’Europa sull’orlo di un nuovo conflitto - in parte già in corso - profetizzato nel 2014 da Papa Francesco". Ma la storia non avviene per movimenti improvvisi quanto per piccoli smottamenti, difficili nell’immediato da leggere, che però oggi ci portano su quel piano inclinato dove certi valori sono messi in discussione. Per capire, Trump non nasce ieri: arriva per piccole fratture che una dopo l’altra hanno messo in crisi un sistema di parole e valori, che davamo per scontati. Oltra alla parola democrazia, la forma di potere che gli uomini esercitano su altri uomini più gentile possibile, anche l’Europa è in discussione, continuamente bersaglio di critiche e accuse. Ma resta il più grande laboratorio di cooperazione tra Paesi e governi indipendenti, che erano in guerra fino a 80 anni fa. "L’Italia arriva in questo momento storico un po’ debole: la consapevolezza sul 25 aprile ce l’abbiamo ma è sfilacciata e così siamo più esposti di altri ai venti della Storia. Allora occorre ricordare parole chiave di quel giorno, come giustizia – conclude Pini – Non ci sono popoli migliori di altri: tutti siamo chiamati a rispondere alla Storia, quando bussa alla porta". E ha citato il libro ’Il sentiero dei nidi di ragno’, dove Italo Calvino immagina un dialogo tra il giovane Pin e un partigiano, Il Cugino, nel bosco. E’ lì che compare l’immagine della Resistenza, sotto forma di un mare di luminose lucciole. Che insieme sono scintillanti e bellissime. Come furono e sono per sempre i nostri partigiani.

Irene Carlotta Cicora