ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Licia Pinelli riposa con il marito. La cerimonia anarchica a Turigliano

Le figlie e numerosi libertari giunti da tutta Italia per l’addio alla vedova del ferroviere milanese

Licia Pinelli riposa con il marito. La cerimonia anarchica a Turigliano

La cerimonia al cimitero di Turigliano dove Licia Pinelli scelse di essere sepolta accanto al marito Pino, il ferroviere. morto nel 1969 a Milano

Ieri mattina una cinquantina di persone tra amici, parenti e anarchici arrivati da mezza Italia erano al cimitero di Turigliano per l’ultimo saluto a Licia Rognini (96 anni). Lì è stata sepolta la vedova del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, morto a 41 anni nel dicembre del 1969 precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era interrogato per l’esplosione della bomba in piazza Fontana. Giuseppe Pinelli è sepolto nel cimitero di Turigliano e Licia aveva espresso il desiderio di stare con lui. Per l’ultimo saluto le bandiere anarchiche e i canti liberali, poi la commovente lettura da parte della figlia Claudia della poesia tratta da ‘Tracce di giugno’ del poeta Edgar Lee Masters. "Con questa poesia sulla giustizia oggi salutiamo Licia, quella giustizia negata a Giuseppe Pinelli e che lei ha sempre cercato – ha detto la figlia Claudia –. Adesso sono insieme con questa poesia che li accompagnerà e chiunque passerà da qua se la leggerà potrà ricordarsi della nostra storia". "Quello che ha fatto Licia è evidente e lo dimostra l’affetto che in questi giorni le è stato rivolto – aggiunge Silvia –. Si è fatta carico di noi ma senza mai pesare su di noi, permettendoci di crescere senza rancori. E lei se ne è andata in pace perché ha fatto tutto quello che ha potuto fare per Pino. Non c’è stata una verità giudiziaria però c’è una verità storica e questo lo si deve alle conquiste di Licia, al suo lavoro". Presente anche Gianandrea Ferrari della Federazione italiana anarchici. "Su questa grandissima ingiustizia e strage di Stato si costruì una grandissima mobilitazione – ricorda Ferrari –, che non vedeva solo gli anarchici ma un po’ tutte le forze, soprattutto quelle della sinistra extra parlamentare a partire da Lotta continua, ma anche giornalisti democratici come Camilla Cederna e Giorgio Bocca, tanti altri e anche i settori del movimento studentesco e dell’opinione pubblica. Nel giro di pochi mesi si ribaltò la narrazione ufficiale del potere, affermando che la strage era stata di Stato e non per mano degli anarchici, che erano stati il capro espiatorio delle bombe che avevano messo i fascisti. Un lavoro di grande qualità e soprattutto mirante a stabilire una verità che dopo la storia ha stabilito, anche se in ritardo. Licia ha fatto un lavoro incredibile sia per la tutela della memoria del proprio compagno sia nel lavoro di controinformazione, nel ribadire i valori fondamentali come la libertà e la giustizia sociale".