di Rachele Della Godenza
Lièvita. La catena di pasticcerie a conduzione familiare che a partire dal 2018, nonostante la crisi, continua ad ampliare propri orizzanti, espandendosi sul territorio e non solo. Tutto nasce con il padre, Gian Paolo Bassi, pasticcere di Carrara che negli anni, mosso dalla sua grande intraprendenza inizia a farsi un nome nel mondo della pasticceria, fino a quando decide di fondare Peccati di Gola (Castelnuovo Magra), che rimarrà fino al 2017 di sua gestione. Dalla vendita di questa attività, nasce il primo bar pasticceria LièVita sul Viale Galilei, oggi anche bistrot, e figli Arianna e Iacopo iniziano ad aiutare il padre nella gestione del locale, diventando soci. La scelta di questo nome si lega a due aspetti: la prima richiama la pasticceria e la lievitazione della pasta, mentre la seconda è invece legata all’amore di questa famiglia per il proprio lavoro, indicando appunto che “li c’è vita” e passione. Nel 2021 aprono un’altra struttura, con il medesimo marchio in zona Nazzano e nonostante le difficoltà della pandemia, riescono a mantenere la loro clientela costruita in anni di fatica grazie alla consegna a domicilio.
Si arriva ai giorni nostri, 20 dipendenti a carico e una nuova apertura come spiega il giovane Bassi, nata dall’istinto imprenditoriale del padre, che li porta a Caniparola (Fosdinovo). La nuova attività nascerà nel periodo pasquale in uno spazio sull’Aurelia rimasto nei decenni passati inutilizzato e rimesso a nuovo solo da qualche mese, momento in cui la famiglia Bassi ha deciso di interessarsi al locale, contattando gli affittuari. Ma le novità non si fermano qui, costantemente alla ricerca di nuove sfide, ultimamente padre e figli stanno lavorando per entrare nel mercato online, sviluppando un e-commerce per poter far conoscere i propri prodotti sempre da più persone e sempre più lontano. Il loro sogno, però, sarebbe quello di espandersi ulteriormente, arrivando un giorno fuori dai confini nazionali, come racconta Iacopo Bassi: "Prossimamente vorremmo aprire un locale anche in Svizzera, abbiamo già qualche contatto, e mi auguro vivamente che non passerà molto tempo per l’inizio di questa nuova esperienza. Ci teniamo comunque a rimanere una catena a conduzione familiare".