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Rivisitazione del monumento al partigiano di Zahira Mariam Sayyed e Alice Bianchi
Anche Avenza, che è una piccola frazione della città, ha una storia da raccontare. Le testimonianze più evidenti risalgono al medievo, ma, sparse tra le strade e i parchi, possiamo trovare tracce più recenti di un passato drammatico. Gli esperti della Pro Loco ci hanno guidato in un viaggio alla scoperta degli avvenimenti della II guerra mondiale, attraverso luoghi e monumenti che avevamo visto molte volte senza conoscerne la storia e senza coglierne il significato profondo. I bombardamenti, ad esempio, hanno lasciato tracce visibili, infatti in via Gino Menconi rimane la facciata di una casa interamente sventrata.
La popolazione per ripararsi dalle bombe si nascondeva nei rifugi antiaerei, che ad Avenza sono stati ricavati all’interno di grossi tubi interrati nel Parco dedicato a Elena Guadagnucci (un’avenzina morta nella strage di Sant’Anna di Stazzema). I rifugi tuttavia non hanno salvato la vita ai ragazzi che frequentavano la scuola di avviamento professionale, morti durante il bombardamento del 12/05/44. La scuola a quel tempo era situata lungo viale XX settembre, ma oggi la lapide che li ricorda si trova sulla facciata interna dell’Asl (vecchia sede della scuola Da Vinci). Alla memoria delle 17 giovani vittime è stato inoltre dedicato il Giardino Ragazzi del ’44. Un altro avvenimento tragico è ricordato dal cippo posto presso il ponte sul Carrione, sul quale vengono riportati solo 11 dei 12 morti del 10/11/44 (uno infatti fu ucciso in territorio massese). Queste sono vittime innocenti di un’intera giornata di criminale violenza iniziata il mattino a causa della ’requisizione’; di una mucca. Il contadino denunciò il furto al comando tedesco, che inviò degli uomini ad arrestare il partigiano che rispondeva alla descrizione del ladro. Lo arrestarono, ma gli amici cercarono di liberarlo. A ciò seguì una sparatoria che causò il ferimento e probabilmente la morte di un soldato tedesco. La reazione dei suoi commilitoni provocò l’uccisione di 3 persone innocenti trovatesi nelle vicinanze per caso.
La rappresaglia proseguì nel pomeriggio, quando vennero rastrellate 7 persone, poi fucilate nei pressi del ponte, dove ora è affissa una lapide. Altri due, tra l’altro disabili, vennero uccisi poco dopo. Un’altra testimonianza della guerra è il monumento al partigiano che si trova nel parco davanti alla scuola Finelli. Anche questo serve a ricordarci di non ripetere gli errori del passato. Non saranno mai troppi i monumenti per non dimenticare chi ha dato la vita per rendere migliore il nostro futuro.