"Quanto accaduto alla nave Guang Rong sta a dimostrare ancora una volta quanto il Porto di Carrara, realizzato alla foce del torrente Carrione e in un tratto di costa bassa e sabbiosa tra la foce del Magra e il Frigido, non sia un porto e non sia sicuro. Lo afferma il geologo Riccardo Caniparoli, consigliere direttivo nazionale di Italia Nostra. Un attacco, da esperto, all’Autorità portuale e a quanti, soprattutto a Carrara, sostengono l’ampliamento del porto. "Alla luce di quanto accaduto – dice Caniparoli – c’è sempre da chiedersi come si possa pensare di ampliarlo quando i fondali non ci sono e sono soggetti a continui e imprevedibili mutamenti. Teniamo presente che all’estremità della diga foranea di sopraflutto si registrano profondità di appena 8 metri, a una distanza dalla linea di costa di meno di un chilometro, con un molo di sottoflutto con una profondità di 7 metri in testa a una distanza dalla linea di costa di appena 700 metri. Già ora, per garantire l’ingresso e l’uscita dal porto occorre continuamente dragare i fondali e assicurare costantemente un canale con fondali di 10-12 metri e consentire così la navigazione in sicurezza anche in condizioni di mare mosso, specialmente per quelle navi da carico come Guang Rong che trasporta detriti e scaglie di marmo".
Ma Caniparoli si spinge oltre, "Occorre inoltre considerare che lungo una costa alluvionale sabbiosa, come quella apuoversiliese – afferma il geologo – i fondali non sono mai stabili perché continuamente soggetti a mutamenti, dovuti alle correntisuperficiali e di fondo, al moto ondoso e allo scarico in mare di sabbie, limi e ghiaie dalle foci dei fiumi. Sarà un caso che, agli inizi di settembre 2024, la foce del Carrione è stata interessata dalla costruzione di una scogliera in corrispondenza della sponda in sinistra orografica, spostando così la foce verso il canale di accesso al porto e alterando la dinamica degli equilibri. Da una analisi dei fatti, a distanza di 3 mesi, si è registrato che il nuovo pennello ha inciso sulla dinamica sedimentaria del trasporto solido delle piene ordinarie del Carrione, avvenute tra ottobre e novembre, che avrebbero riempito di detriti il canale di accesso al porto. Tale considerazione è suffragata anche dallo studio redatto della società Delft Hydraulics e commissionato dal ministero dell’Ambiente del 2007 sulla dinamica sedimentaria dei depositi alla foce per la presenza del piazzale ’Città di Massa’ in destra orografica del Carrione. E’ da chiedersi come sia possibile che non si capiscano queste cose banali. La nave Guang Rong ha scarrozzato e probabilmente, a causa delle altezze delle onde, si è prima arenata e successivamente ha urtato il pontile di Marina di Massa per i bassi fondali resi ancora più bassi per la mareggiata in atto. La poca conoscenza dell’evoluzione dinamica degli equilibri ambientali genera questi errori e disastri".
E contro l’ampliamento del porto, e le dichiarazioni della sindaca di Carrara, Serena Arrighi, si scaglia anche l’associazione AmareMarina con una nota firmata da Dariella Piolanti e Carla Gianfranchi. "È con sconcerto – dicono – che leggiamo la risposta della sindaca Arrighi al sindaco di Forte dei Marmi riguardo all’ampliamento del porto. La sindaca afferma che nel piano non c’è ampliamento ma una “diversa organizzazione interna“. Ma le cose stanno molto diversamente. Infatti nella variante al Piano regolatore portuale sono previste ben tre nuove banchine sulla sponda destra della foce del Carrione. Pertanto non si tratta di riorganizzazione degli spazi ma di un vero mastodontico ampliamento in un luogo di fragilità ambientale e idrogeologica, alla foce di un fiume che è già esondato diverse volte, con gravi danni al territorio e ai suoi abitanti. Come AmareMarina abbiamo più volte richiesto che l’amministrazione comunale si informasse su quanto l’ampliamento del porto possa incidere negativamente sull’abitato di Marina di Carrara dal punto di vista della sicurezza idrogeologica. Non abbiamo mai avuto risposta. Invece sarebbe opportuno verificare in maniera approfondita quali impatti ambientali potrebbe avere questa opera, con una concreta e specifica attività di analisi sui rischi possibili".