REDAZIONE MASSA CARRARA

L’incredibile ritrovamento culturale Lettera di Alfonso I d’Este a Ariosto

La scoperta dei carabinieri. Il documento era finito in mano a un antiquario che l’aveva acquistato in Inghilterra

L’incredibile ritrovamento culturale Lettera di Alfonso I d’Este a Ariosto

di Cristina Rufini

Dal magico Castello di Ferrara era partita alla volta della Garfagnana per raggiungere Ludovico Ariosto, all’epoca, il 1524, commissario ducale in Garfagnana. E’ poi stata rubata negli anni Settanta dall’archivio di Stato di Massa Carrara, ’volata’ fin Oltremanica, a Londra, per poi tornare in Patria, a Verona, e ieri il rientro a casa sua, Massa. Chissà se in questo peregrinare ha viaggiato romanticamente anche in una bottiglia. Non lo sapremo mai, forse. Certo è che la lettera autografa vergata su carta ingiallita dai secoli e dai lunghi passaggi di mani, scritta da Alfonso I D’Este di chilometri ne ha macinati. E’ stata protagonista di un’ incredibile avventura conclusa con le indagini dei carabinieri del Nucleo tutela e patrimonio di Venezia, che ieri mattina l’hanno riconsegnata nelle mani della direttrice dell’archivio di Stato Francesca Nepori. È lì la sua casa, insieme alle altre 116 missive che il duca Alfonso I e il suo commissario, lo scrittore e diplomatico emiliano Ariosto si erano scambiati all’epoca, molte sulla difficile gestione della Garfagnana, zona di briganti, "territorio ostile e difficile". "A luglio è stato intercettato il bene inalienabile e di proprietà dello Stato, che poi è stato sequestrato – ha spiegato il maggiore Emanuele Meleleo, del Nucleo di Venezia del Comando tutela del patrimonio culturale – perché un commerciante di Verona ne è venuto in possesso e si è messo in contatto con l’archivio di Stato di Modenamostrando la lettera precedentemente acquistata in un’asta on-line. Da qui è iniziata la catena degli accertamenti che ha portato a oggi: cioè a riconoscere la lettera come autentica e il ritorno qui". La missiva era scomparsa dall’Archivio attorno agli Settanta, rubata da chi al momento non ha un volto noto alle cronache. "Un ritrovamento importante – ha dichiarato Nepori – soprattutto per delineare la figura dell’Ariosto. Un documento che servirà per innumerevoli studi. L’opera era stata probabilmente trafugata, ma oggi finalmente torna a casa".

Alla giornata di festa anche gli studenti del liceo classico Rossi di Massa, estasiati dalla scoperta. "La presenza di voi giovani è fondamentale – è intervenuto il colonnello Americo Di Pirro –. L’arma ha diverse specializzazioni, oggi ci concentriamo sul settore Tutela del patrimonio culturale, nato un anno prima la richiesta dell’Onu. Il traffico di opere d’arte è il terzo al mondo, dopo droga e armi. Molte opere italiane sono all’estero. Questo nucleo è intervenuto in molte missioni come l’Iraq durante la guerra, il recupero di opere post sisma".