
’La casa di Tommy’ è un progetto che utilizza immagini e parole. Marchetti: "Un metodo semplice alla portata di tutti per un dialogo".
Una webapp per aiutare i bambini con spettro autistico ad orientarsi in casa e prendere confidenza con gli oggetti. Un programma semplice che attraverso immagini, parole e vocali punta a dare autonomia ai piccoli che soffrono di autismo. Il progetto si chiama ‘La casa di Tommy’ e nasce da un’idea di Paola Marchetti, la mamma di Tomas Maurizio Pils, ventiseienne autistico. Paola con questa app sta cercando di aiutare le famiglie in maniera semplice e pratica su come aiutare a loro volta i propri figli a comunicare attraverso le immagini bisogni come fare merenda, andare in bagno, ma anche a riconoscere gli ambienti di casa, dare un nome alle cose, addirittura che alimenti vorrebbero comprare quando mamma e papà vanno a fare la spesa.
La ‘Casa di Tommy’ è stata sviluppata dalla casa editrice Centro Studi Erickson di Trento con la collaborazione scientifica di Maria Josè Nuzzo, psicologa e psicoterapeuta all’Angsa di Spezia e presentata da Giuseppe Maurizio Arduino, psicologo e psicoterapeuta, responsabile del Centro autismo e sindrome di Asperger di Mondovì. Grazie all’ausilio di un tablet i piccoli cliccando sull’app possono comunicare le loro necessità primarie, specialmente se la comunicazione verbale risulta difficile. Una sorta di gioco per imparare a diventare sempre più autonomi e a fare piccole cose come lavarsi o vestirsi da soli.
"Ho pensato questa app per aiutare i genitori a sentirsi compresi, un metodo per cercare di dare autonomia ai propri figli, scritta da genitore a genitore – spiega Paola Marchetti –. Un metodo semplice e pratico alla portata di tutti per ovviare alla comunicazione verbale mancata o limitata. Spesso i bambini ad alto funzionamento sono verbali ma non riescono a pronunciare le parole".
"È importante che i bambini abbiano un tablet a casa, uno a scuola e uno mentre sono con gli educatori – prosegue Paola –, perché lavorando tutti assieme per step si possono raggiungere ottimi risultati. Con la webapp i bambini imparano a conoscere gli ambienti domestici, gli oggetti e gli alimenti grazie a immagini in grado di facilitare e incrementare la comunicazione potenziando la loro autonomia".
Ma come funziona nello specifico? "Ci sono dei cerchi con i vari ambienti della casa, una volta scelto l’ambiente c’è una guida vocale che legge i nomi degli oggetti e spiega come si usano, appare anche una scritta di come si scrivono e pronunciano – va avanti Paola –. Alcuni mobili come per esempio gli armadi, le scarpiere o il frigorifero si possono aprire per vedere cosa contengono. Per esempio andando in cucina e aprendo il frigo il bambino impara a riconoscere gli alimenti e grazie a una spunta può fare la lista della spesa inserendo le cose che vorrebbe mangiare. In parole povere si tratta di un comunicatore studiato per raggiungere l’autonomia, un collante tra famiglia, scuola e insegnanti dove si lavora tutti assieme".
L’appweb contiene anche una stanza con giochi configurabili per capire come muoversi all’interno delle varie stanze della casa, e una speciale sezione dedicata a ‘comunico le richieste’ dove alcune immagini aiutano il bambino a far capire all’adulto quali sono i suoi bisogni in quel preciso momento, come per esempio dormire, mangiare e altre necessità che altrimenti non riuscirebbe ad esprimere.
Alessandra Poggi