REDAZIONE MASSA CARRARA

L’ombra dei dazi americani. I rischi dell’export in Usa. Incidenza più alta della media

La statistica per la provincia di Massa Carrara e l’analisi di Coldiretti. Il dato relativo alle vendite all’estero è di 2,1 milioni: il 36% va in America.

Letizia Cesani

Letizia Cesani

La guerra commerciale dichiarata da Trump all’Europa è un incubo per il Made in Tuscany a tavola, che oltre oceano genera un terzo dell’intero valore di esportazioni nel mondo. Un’eventuale imposta sulle merci agricole importate colpirebbe soprattutto prodotti di eccellenza come vino e olio. La nostra provincia non è immune da rischi. A dirlo è Coldiretti Toscana che ha elaborato, partendo dai dati Istat, una classifica delle province per valore e quota di esportazioni negli Stati Uniti.

"Con i dazi una parte dei consumatori americani dovrà rinunciare alla dieta mediterranea e a uno stile di vita alimentare più sano rispetto a quello che notoriamente conducono tra fast-food e cibi ultra-trasformati, principale causa di tante malattie e dell’obesità, soprattutto tra i giovani. Trump rischia di favorire il mercato parallelo dell’italian souding: l’uso di nomi, immagini e riferimenti che evocano l’Italia su prodotti esteri che in realtà non sono Made in Italy – spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana – Abbiamo bisogno di un’Europa coesa per scongiurare una guerra commerciale le cui conseguenze sono imprevedibili sia per noi che per loro". Gli Stati Uniti sono diventati nel tempo un mercato sempre più importante per le imprese agricole e dell’agroindustria toscane: l’ultima decade lo dimostra.

Il rapporto tra totale esportazioni e quota di export destinata agli Stati Uniti fa salire sul podio assoluto Grosseto, che rischia di più con i dazi: 236 milioni di euro, con una quota di export pari al 70%. Seconda Lucca con il 37% (167 milioni). Sul terzo gradino troviamo la provincia di Massa Carrara con il 36% (2,1 milioni di quota export): dati che comunque dimostrano come la nostra economia agricola sia marginale sul fronte internazionale. Dietro c’è Siena – quarta – il cui rapporto di incidenza è intorno al 34% (282 milioni di euro). Al quinto posto Prato (10 milioni) con una quota di export del 30%. Con un’incidenza del 27%, Firenze, pur registrando il valore assoluto più alto tra tutte le province toscane (285 milioni di euro), scivola oltre metà classifica. Seguono poi Pisa (32 milioni) con il 19%, Livorno (40 milioni) con il 15%, Arezzo (22 milioni) con 8%. Chiude la classifica elaborata da Coldiretti, troviamo Pistoia (8,7 milioni) con 1,5%.

Occorre disinnescare l’ultima minaccia di applicare una super tassa del 200% sui vino europeo importato in Europa in risposta al dazio del 50% sul Whisky introdotta dall’Ue. Prospettiva che mette in allerta i produttori insieme a 400 milioni di euro di esportazioni di etichette regionali. "Le nostre Doc vinicole – aggiunge Cesani – sono uniche e non sostituibili ma l’applicazione dei dazi potrebbe portare fuori prezzo anche le denominazioni di maggiore diffusione riducendone il quantitativo esportato". Per informazioni www.toscana.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook @coldiretti.oscana, Instagram @Coldiretti_Toscana, Twitter @coldirettitosca, sul canale ufficiale YouTube “Coldiretti Toscana” e sul canale Telegram “coldirettitoscana”.