E’ una storia di due lustri, che hanno il sapore del tempo passato e della bellezza da riscoprire. Dieci anni, tanti ne sono passati per veder dietro l’angolo la speranza che le facciate di Palazzo Ducale tornino a brillare di luce propria. Tirate a lustro, per l’appunto, senza quelle transenne che ne offuscano la bellezza e ne nascondono la storia ormai da febbraio del 2015. In quel mese scattarono infatti le misure di sicurezza per alcuni problemi strutturali che riguardavano cornicioni e facciate, in particolare gli elementi decorativi che avrebbero rischiato di staccarsi e finire magari in testa a qualche passante.
In prima battuta arrivarono le transenne. Poi fu la volta delle impalcature, prima in affitto poi acquistate in maniera diretta dalla provincia. Che lì rimasero, come a pubblica dimostrazione di una crisi che affliggeva Palazzo Ducale e ciò che rappresentava: un palazzo storico che aveva bisogno di risorse ma di cui la Provincia ormai non avrebbe più potuto disporre, non almeno in maniera diretta, perché nel frattempo la riforma Delrio aveva svuotato gli enti di competenze e personale. E di fondi, ovviamente. Per lo storico palazzo rosso servivano milioni di euro che non c’erano e non arrivavano.
Questo non voleva comunque dire che si restasse lì a guardare e pregare in attesa di un miracolo. Gli uffici tecnici, assieme all’Università, elaborarono un progetto di restauro e riqualificazione, sottoposto alla Soprintendenza. Altri anni sono passati, in attesa che arrivasse il via libera, limando qua e là i documenti per rispondere alle esigenze di tutela di un bene così prezioso. I soldi, nel frattempo, rappresentano un vuoto che la Provincia da sola non può scavalcare, figuriamoci a piè pari. Riesce comunque a trovare nelle pieghe di bilancio 500mila euro, tanto per mettere in piedi un primo lotto.
Si va a gara e nel 2022 partono i lavori che però si arenano poco dopo. A novembre del 2023, gli uffici di Palazzo Ducale hanno firmato una rescissione consensuale dell’appalto affidato perché di fatto i lavori non sono mai entrati nel vivo. Nel frattempo si inizia a lavorare con Roma per trovare quei milioni di euro che da 3,5 sono diventati oltre 5 con il passare del tempo. Risorse essenziali per la svolta. Si crea una sinergia fra il prefetto Guido Aprea, il presidente Gianni Lorenzetti e il deputato di FdI, Alessandro Amorese. Insieme vanno a Roma per incontrare i vertici del Ministero e sollecitare risorse necessarie al restauro di Palazzo Ducale.
Arriva a Palazzo Ducale anche l’allora ministro Sangiuliano. Le risorse vengono promesse dal Ministero della Cultura, poi vengono annunciate in via ufficiale a maggio, dopo l’ok dalla Conferenza Stato-Regioni.