Stefano Guidoni
Cronaca

«Abbiamo iniziato per noia. Poi è diventato un incubo». Nel tunnel del gioco d'azzardo

La storia di una coppia in cura per uscire dalla «malattia» / LUDOPATIE: OGNI GIORNO BRUCIATI 600MILA EURO

Una sala slot (foto d'archvio)

Una sala slot (foto d'archvio)

Massa, 9 aprile  2015 - «UN DESIDERIO sfrenato di ottenere ciò che sognavamo senza alcuna fatica, grazie al gioco d’azzardo». Un sogno che nell’arco di poco tempo come spesso accade, si è trasformato in un vero e proprio incubo: quello di una vittima, anzi due, di una patologia chiamata «azzardopatia». Una storia emblematica, comune a tanti massesi finiti nel tunnel del gioco d’azzardo.

«E’ tale e quale a una droga – dice la giovane coppia massese in cura dallo psicologo, al quale abbiamo chiesto di raccontare l’esperienza vissuta : – prima uno poi anche l’altra, non riuscivamo più ad uscirne». E’ cominciato per gioco o, se vogliamo, per noia. «In realtà, ben presto ciò che sembrava uno svago come tanti, si è trasformato in un tormento che ci ha assaliti giorno e notte». Dipendente lui, casalinga lei, la coppia di 30enni, fortunatamente senza figli, ha iniziato con le slot machine in un bar della periferia. «L’abbiamo fatto per scommessa – ricorda lui – con una coppia di amici con cui ci vedevamo di tanto in tanto. Giocando pochi euro, chi di noi avesse vinto avrebbe offerto l’aperitivo a tutti».

UNA SFIDA all’apparenza innocua e divertente, ripetuta ogni weekend per settimane. «Fino a quando la posta in gioco da un aperitivo è aumentata a due, poi tre, fino a giocarci una o più cene». Nel fattempo durante la settimana, tra i due è nata anche una sorta di sfida personale. Non solo slot, infatti, ma anche giochi d’azzardo online. Nel giro di qualche mese in attesa dell’appuntamento fisso del fine settimana, i due tra le mura di casa si sono buttati anche sul video poker. Altro un gioco d’azzardo molto diffuso. Una sorta di casinò virtuale. «E’ stata la fine – ammettono i due – nessuno riusciva a dissuadere l’altro da misurare le puntate, tantomeno da accontentarsi delle vincite. Euro su euro abbiamo sperperato uno stipendio dopo l’altro». Non contenti, le poche volte che i due venivano baciati dalla fortuna, non ci pensavano due volte, «reinvestendo» le vincite nel modo più sbagliato – ricordano – salendo in macchina e raggiungendo il casinò di Sanremo o di Campione d’Italia. Da dove sono sempre tornati a mani vuote. Fino a quando un familiare si è accorto di ciò che stava accadendo. Adesso la partita più importante i due giovani, che contestano il fatto che «molti mass media invece di dissuadere invogliano a giocare d’azzardo», la stanno giocando con il loro dottore. «E naturalmente – dicono – speriamo di essere noi i perdenti e lui il vincitore».