SARA CHIARA STRENTA
Cronaca

L’ultimo bombardamento. Cerimonia alla Conca per ricordare le vittime

Ieri la celebrazione nonostante il numero sempre più esiguo dei sopravvissuti. Richiesta al Comune di una targa commemorativa. Morirono sei persone.

Conca: la presidente dell’Anpi Elena Cordoni, Nino Ianni, Aldo Tamagna e Piero Cantarelli

Conca: la presidente dell’Anpi Elena Cordoni, Nino Ianni, Aldo Tamagna e Piero Cantarelli

La cerimonia alla Conca per commemorare l’ultimo bombardamento che ridusse Massa nella ’città dei calcinacci’ è sempre meno partecipata. Mancano loro, i testimoni, i sopravvissuti, che fino a qualche anno erano presenti e potevano raccontare. Con la ’Coperta della pace’, avvolta tra un mazzo di fiori e del cellophane, per proteggerla dalla pioggia, e un omaggio floreale a cura dell’Anpi di Massa, l’evento è stato ricordato nonostante il maltempo e nonostante le assenze dei protagonisti.

La proposta dell’Anpi, in accordo con l’associazione Eventi sul Frigido e altre realtà massesi, è quella di coinvolgere l’amministrazione comunale per poter mettere una targa commemorativa in memoria di quel bombardamento da parte degli Alleati che causò la morte di molti civili. Nella Seconda guerra mondiale ci furono anche le vittime civili italiane ad opera dei ’liberatori’.

Il vuoto che si apre tra le case del centro storico è ancora lì, coperto da erbacce e rovi a distanza di 80 anni dalla tragedia. Tracce di brandelli di muri, e ancora un portale in marmo che indica l’ingresso a una civile abitazione, testimoniano quella giornata quando piovvero su Massa le bombe alleate sganciate dai Thunderbolt americani e che, in quel punto esatto, seppellirono sei vite. In quelle case vivevano i coniugi Emilio Colle e Anna Ferrari, e poi c’era Lucia Campanili, che aveva la merceria, suo marito Filippo Conti e i loro figli, Antonio, 20 anni, e Livio, di 15 anni. Famiglie che avevano deciso di non obbedire all’ordine tedesco di sfollamento.

L’8 febbraio 1945 segna la data dell’ultimo bombardamento sul centro di Massa e si annovera come il più disastroso che sconvolse l’intera popolazione. Furono distrutte le abitazioni in piazza degli Aranci, la chiesa di San Sebastiano, la Martana e la Conca. Numerose furono le vittime molte delle quali rimasero sconosciute. Prima che la memoria diventi oblio, l’Anpi, l’associazione Eventi sul Frigido e soprattutto gli abitanti della Conca chiedono di inserire una targa che ricordi in futuro quella giornata in un luogo che ancora riporta le tracce di quel disastroso e ultimo bombardamento della Seconda guerra mondiale.