LAURA SACCHETTI
Cronaca

L’ultimo saluto al pittore della pace: "Imad un esempio di integrazione. Testimone d’amore e delicatezza"

Salone parrocchiale di San Pio X gremito nel ricordo dell’artista di origine libanese El Rayes. Ferrari: "Era tra i fedeli più attivi del Movimento focolari. Rapporto spirituale profondo di grande rispetto". .

L’ultimo saluto al pittore della pace: "Imad un esempio di integrazione. Testimone d’amore e delicatezza"

Il ricordo degli amici dell’artista libanese (in alto a destra) nel salone parrocchiale di San Pio X

"Abbiamo deciso di dare l’ultimo saluto ad Imad nel salone parrocchiale di San Pio X perché, oggi che la guerra in nord Africa sembra non avere soluzione, l’esempio di integrazione religiosa di Imad con la comunità Cristiano cattolica non poteva passare inosservato – spiega don Maurizio Manganelli, parroco della chiesa di via Fratelli Rosselli –. Aprire le porte per salutare l’amico dei focolarini mi è sembrato doveroso e necessario". Ed erano in un centinaio ad affollare il salone di San Pio X per salutare l’amico El Rayes Imad Nawaf, l’artista libanese che da molti anni viveva e lavorava in provincia. Tante le testimonianze per l’amico di religione Drusa che però partecipava come interno al Movimento dei focolari, al quale si era avvicinato ed era attivo nei vari incontri organizzati dalla comunità.

"Imad è arrivato in Italia per una borsa di studio vinta per merito in Libano che gli ha permesso di frequentare l’accademia di Belle Arti di Carrara dove ha completato gli studi per la scultura – racconta Luigi Ferrari –. In Libano era un combattente di religione drusa contro i cristiani maroniti e in battaglia una bomba gli aveva danneggiato irreparabilmente un occhio e gli aveva compromesso anche l’udito. Arrivato in Italia, con questo trauma così grande, era impaurito di trovare così tanti cristiani di cui era stato nemico per tanto tempo. Un episodio però gli fece cambiare prospettiva. Per un banale mal di denti, andò da un dentista (focolarino), che lo visitò gratuitamente. Era giovane e squattrinato, come tanti artisti. Fu invitato dal medico ad un incontro (la Mariapoli) all’Abetone dove si faceva un’esperienza di qualche giorno e si parlava di Dio Amore, Padre di tutti gli uomini".

"Ricordo che il primo impatto fu per me scioccante – ha scritto Imad in una lettera letta durante la celebrazione –. Mi sentivo strano e stordito in mezzo a tutta quella gente, non mi trovavo più solo con quei pochi amici con i quali mi sentivo ormai a mio agio, era una folla enorme a me sconosciuta e riaffioravano i primitivi timori". Da quel momento anche Imad, hanno raccontato gli amici, si mise a praticare l’amore evangelico, fu per lui una svolta. La sua storia è un esempio che il dialogo tra popoli di religione diversa è possibile, la strada della pace è praticabile se i valori sani sono condivisi, quelli dell’amore e non dell’odio, dell’incontro e del confronto e non della violenza e dello scontro.

"Imad – continua Ferrari – era uno dei più attivi e fedeli ai vari incontri del Movimento dei focolari. Frequentando tanti incontri di formazione, si era innamorato della Madonna, partecipando con entusiasmo a tanti Rosari, cosa che non riesce a tanti di noi. Durante un Simposio in Francia, venne chiamato a fare da traduttore a un Israeliano, perché era l’unico che parlava Inglese. Ricordandosi della scelta di vedere ogni uomo come fratello, al di là delle difficoltà oggettive di chi come lui aveva sempre visto gli ebrei come nemici da combattere, aveva detto sì, diventando subito grande amico del nuovo fratello, stupito ogni giorno anche lui di questa totale disponibilità di Imad. Nessuno, nel Movimento, gli ha mai chiesto di cambiare la sua fede, e lui non l’ha mai fatto, ma il rapporto spirituale profondo tra di noi nel rispetto più completo e convinto ci ha fatto scoprire che l’Amore vissuto può cambiare il mondo. E Imad è stato testimone credibile, perché ha vissuto tutti i rapporti con questa intensità, mettendosi spesso al servizio di tutti quelli che avevano bisogno. Finché la salute glielo ha permesso, e’ stato volontario della Croce Rossa, collega disponibile sull’ambiente di lavoro con la sua delicatezza e gentilezza".